Gerusalemme, capitale contesa di Israele e città santa nell’Ebraismo, Cristianesimo ed Islam, si trova sull’altopiano che separa la costa orientale del Mar Mediterraneo dal Mar Morto, a est di Tel Aviv, a sud di Ramallah, a ovest di Gerico e a nord di Betlemme.
La Città Vecchia e le sue mura, considerate patrimonio dell’umanità dall’UNESCO, racchiudono in meno di un chilometro quadrato molti luoghi di grande significato religioso come il Monte del Tempio, il Muro del pianto, la Basilica del Santo Sepolcro, la Cupola della Roccia e la Moschea al-Aqsa. Nel corso della sua storia Gerusalemme è stata distrutta e ricostruita due volte ed è stata assediata, conquistata e riconquistata in decine di occasioni.
La parte orientale di Gerusalemme è stata occupata dallo Stato di Israele nel 1967, e nel 1980 il parlamento israeliano approvò una legge fondamentale che proclamava unilateralmente “Gerusalemme, unita e indivisa”. Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite nella risoluzione 478 ha definito la legge nulla e priva di validità, una violazione del diritto internazionale e un serio ostacolo al raggiungimento della pace in Medio Oriente. Gerusalemme gode di un clima mediterraneo, con estati calde e secche e inverni freschi e umidi.
La grandissima importanza storica di Gerusalemme, la rende una delle città del Medio Oriente più interessanti dal punto di vista dei luoghi storicamente rilevanti.
Cosa vedere a Gerusalemme
La concentrazione maggiore di siti storici e religiosi ha sede nella Città Vecchia di Gerusalemme, Patrimonio dell’umanità dal 1981, circondata dalle mura costruite nel 1538 durante il regno del sultano ottomano Solimano il Magnifico.
Il quartiere cristiano, situato nella zona nordoccidentale, è confinante a sud-ovest con il quartiere armeno, che sorge oltre la porta di Giaffa. Inoltre, il quartiere cristiano confina a nord con quello musulmano, che si estende in un’area compresa tra la porta di Damasco, la porta di Santo Stefano e la Porta Dorata (oggi murata), a est della quale si trovano il Monte degli Ulivi e l’orto del Getsemani. Il quartiere ebraico, compreso tra le sezioni musulmana e armena, occupa il quadrante sud-orientale della Città Vecchia.
Numerosi sono i monumenti di Gerusalemme, tra questi troviamo la moschea islamica della Cupola della Roccia, che rappresenta il simbolo della città, la basilica cristiana del Santo Sepolcro, costruita su una preesistente basilica del IV secolo, a sua volta eretta sul luogo tradizionalmente considerato la tomba di Cristo ed il terzo è il Muro Occidentale o Muro del Pianto, luogo sacro per eccellenza degli ebrei, residuo del Tempio costruito da Salomone, re di Giudea. Interessante anche da un punto di vista turistico il quartiere haredi Mea Shearim.
Basilica del Santo Sepolcro
La basilica del Santo Sepolcro sorge oggi proprio sul luogo dove Gesù venne ucciso e seppellito e dove poi avvenne la resurrezione: il colle del Golgota. Situato un tempo fuori dal centro di Gerusalemme, in quello che era appunto un cimitero, il sepolcro fu scoperto “per caso” nel II secolo, durante una rivolta scoppiata a Gerusalemme e sedata duramente dall’esercito romano: per punire i ribelli, i Romani distrussero tutti i loro luoghi sacri costruendo al loro posto altari pagani.
La loro sorpresa fu trovare un luogo sacro dentro un cimitero, cosa che nessun Ebreo avrebbe accettato mai, da cui la conclusione che quello doveva essere il luogo di sepoltura di quel “profeta” che i Cristiani chiamavano Gesù. Fu il Tempio di Venere a coprire per due secoli il luogo del sepolcro, finché Costantino non lo riportò alla luce nell’anno 325 e vi fece costruire sopra una basilica.
L’edificio che si ammira oggi, però, è il risultato di diversi restauri e ricostruzioni: il Santo Sepolcro fu infatti distrutto dagli Arabi nel 1009, riedificato nel 1048 dai Crociati, saccheggiato e devastato ulteriormente fino alla sua ricostruzione finale nel XVI secolo. La parte esterna fu comunque rinnovata nel 1810 mentre la cupola fu aggiunta nel 1870.
Si accede al tempio da un’unica porta sul lato sud della chiesa, che attraverso un cortile in stile moresco dominato dal campanile conduce agli interni; qui si incontra subito la Pietra dell’Unzione, dove il corpo di Gesù venne preparato alla sepoltura, quindi attraverso diverse cappelle dedicate a ciascuno dei riti (cattolico-latino, greco-ortodosso, copto) che celebrano il cristianesimo, si giunge alla Edicola del Sepolcro situata al centro di una loggia rotonda.
In un angolo della rotonda si può ammirare la Tomba di Giuseppe di Arimatea, colui che concesse la sepoltura a Gesù nel proprio sepolcro e che accanto a lui sarebbe stato sistemato; sul lato nord della stessa rotonda sorge la cappella in cui Gesù Risorto apparve alle donne che venivano a piangerlo; scendendo verso la antica cava di pietra, invece, si passa dalla cosiddetta Santa Prigione mentre sul lato opposto sorge l’Altare della Crocifissione.
Questa basilica è un luogo simbolo non solo per la sacralità ma anche per la bellezza che offre ai visitatori, tra icone, ori, argenti, marmi, opere d’arte e testimonianze storiche che lasciano addosso emozioni molto profonde.
Ogni giorno nella basilica si celebrano messe in più lingue e in diversi rituali cristiani, con accesso gratuito per tutti. Una curiosità: i custodi della basilica del Santo Sepolcro sono da sempre, per tradizione secolare, musulmani; sono loro ad avere la chiave e a decidere dell’apertura e chiusura del sacro tempio.
Città di David
Il sito archeologico più antico di Gerusalemme e tra i più antichi del mondo è stato ritrovato scavando poco distante dal Muro del Pianto, sotto il villaggio di Silwan. Si tratta del primissimo nucleo della città, forse addirittura di quello fondato dal Re David in persona circa 3000 anni fa.
Il tragitto tra gli scavi comprende, oltre a edifici e strade databili sicuramente a più di 2000 anni fa, anche i monumenti della Valle del Cedro, la Grande Pietra – identificata come la prima reggia di Re David – e la Pietra a Scalinata, un altro dei più antichi edifici della città.
Interessante il tour “delle fonti” che conduce i turisti lungo il canale di Siloam fino alla Piscina di Siloam, citata nella Bibbia; in molti vanno inoltre ad ammirare la Fonte di Gihon, detta “fonte della Vergine” perché qui narra la leggenda che venisse Maria a lavare i panni, durante il suo soggiorno presso gli Apostoli. Gli scavi della Città di David hanno anche messo in luce ritrovamenti preistorici importanti.
Città Nuova
Gerusalemme turistica è chiamata anche la Città Nuova, sebbene risalga comunque al XVIII e XIX secolo. Si tratta del centro cittadino in cui si svolge la vita lavorativa e del divertimento di ogni giorno, in un nucleo compreso tra King George Street, Ben Yehouda Street e Jaffa Road. Negozi, ristoranti, locali di divertimento, alberghi di lusso, musei, gallerie d’arte, tutto si concentra in questo crocevia per la maggior parte pedonale e aperto a ogni genere di evento.
Nella Città Nuova sorgono i palazzi della politica (la Knesset), il Museo d’Israele, il Cimitero dei Sionisti, il Museo dell’Olocausto e l’ospedale delle donne (lo Hadassah) uno dei centri di eccellenza della ricerca. Si trova sempre nell’area della Città Nuova la Foresta di Gerusalemme, un luogo in cui chiunque (capi di stato, capi religiosi e persone comuni) possono piantare un albero in qualsiasi momento.
Città Vecchia
Nonostante sia il nucleo più antico in assoluto, la cosiddetta “città di David” è rimasta fuori dal perimetro delle mura medievali che invece identificano la Città Vecchia per eccellenza. Le mura che la delimitano sono quelle costruite da Suleiman il Magnifico durante la conquista saracena del 1540 e il quartiere ha mantenuto inalterato l’aspetto di kasbah araba fin da allora: vicoli strettissimi, cortili nascosti, case piccole e bianche, mercatini affollati.
Suddivisa in quattro quartieri (Cristiano, Ebraico, Musulmano e Armeno), la Città Vecchia è famosa per le sue storiche porte di pietra che sono in tutto sette, oltre ad un accesso ormai murato e a un ingresso “minore”. Le più famose sono la Porta di Damasco, la Porta di Erode, la Porta di Sion e la Porta d’Oro, sebbene sia di notevole importanza storica anche la Porta Nuova che risale al 1887.
Da ammirare dentro la Città Vecchia: la basilica del Santo Sepolcro, nella zona Cristiana, il Muro del Pianto nella zona Ebraica e il Monte del Tempio con la moschea che sconfina nell’area musulmana; nel quartiere Armeno sorge la bellissima Cattedrale di San Giacomo.
Mercato Mahane Yehouda
Uno dei mercati più grandi del Medio Oriente, Mahane Yehouda si trova lungo la Jaffa Road, circondato da Kiach Street, Beit Yaakov Street e Agrippa II Street; il mercato è talmente grande che è attraversato, a sua volta, da strade minori di collegamento, tutte denominate con nomi di frutti. Il mercato ospita quotidianamente 250 commercianti, tra negozi e bancarelle, e le merci sono per lo più alimentari sebbene si trovino anche libri, oggetti di antiquariato e a volte vestiti.
Di recente, Mahane Yehouda si è evoluto aggiungendo una “vita notturna” a quella diurna, attrezzandosi con sedie e tavolini per fare in modo che la merce che si compra al mattino si possa consumare sotto forma di pietanze deliziose anche la sera.
Nel 2000 è stata aggiunta la parziale copertura che lo rende fruibile anche nelle giornate di maltempo o più fredde; molte saracinesche poi sono state abbellite con graffiti di vernice, favorendo così anche un notevole interesse turistico, specie di sabato quando il mercato si anima in ogni suo angolo. L’attrazione principale di Mahane Yehouda sono le grida dei venditori, specialmente quelle che coinvolgono i passanti e diventano quasi una recita teatrale!
Monte del Tempio (Haram el-Sharif)
Noto anche come la Spianata delle Moschee, è il monumento simbolo di tutta Gerusalemme grazie alla enorme cupola dorata della moschea di Omar, o Della Roccia, che spicca su ogni panorama.
Un tempo tutto il perimetro di questo “monte” (in realtà una collina) ospitava l’immenso tempio ebraico distrutto dai Romani nel 70 dopo Cristo e mai più ricostruito. Nel VII secolo, con l’arrivo degli Arabi, furono edificate quassù le moschee ancora oggi esistenti: la moschea di Omar/Della Roccia e quella di Al Aqsa, più la Cupola della Catena, che ha dimensioni più piccole.
Del maestoso tempio ebraico antico restò in piedi solo il muro occidentale, oggi noto come Muro del Pianto, che segna ancora adesso il confine tra i due monumenti, oltre che tra i due quartieri Ebraico e Musulmano.
Il monumento più importante del Monte del Tempio è sicuramente la Moschea di Omar, dalla cupola dorata: al centro di un cortile ottagonale come è ottagonale la stessa moschea, abbellita da archi e da ceramiche azzurre, è sovrastata dalla cupola formata da lastroni flessibili in piombo ramato e in rame dorato; l’interno è rivestito di marmi e ceramiche dai colori caldi.
Insieme alla vicina Al Aqsa, la moschea di Omar rappresenta il terzo sito sacro dell’Islam, dopo la Mecca e Medina, ma oltre a queste grandi moschee il sito custodisce anche monumenti sacri più piccoli tra cui il più importante è la Cupola dell’Ascensione da dove Maometto si elevò verso il cielo!
Muro del Pianto
Il Muro Occidentale, o “del Pianto”, è tutto ciò che rimane di un tempio dalla storia quasi millenaria. Secondo la tradizione fu costruito da Re Salomone nel X secolo avanti Cristo e aveva già dimensioni notevoli quando fu distrutto nell’anno 586 a.C. dai Babilonesi; ricostruito cinquant’anni dopo, col nome di Secondo Tempio, fu poi ampliato da Erode nel 19 a.C. e definitivamente distrutto nel 70 dopo Cristo per mano dei Romani.
Paradossalmente il muro occidentale fu appositamente lasciato intatto dall’imperatore Tito, dopo la distruzione, per consentire ai nemici sconfitti di piangere quel che avevano perduto; uno sfregio che invece è divenuto simbolo sacro nei secoli a venire.
Davanti al Muro del Pianto la gente viene a pregare, con le movenze tipiche della “supplica” ebraica, un dondolio costante che ricorda appunto il pianto disperato degli antenati … c’è chi piange davvero, a volte, travolto dalla commozione.
Tra gli interstizi dei grandi mattoni di pietra, i fedeli lasciano ogni giorno pezzetti di carta con su scritte le loro richieste a Dio.
Il Muro del Pianto è sacro anche ai musulmani che di fatto non lo danneggiano, perché ricorda loro Salomone da loro considerato uno dei saggi antenati dell’Islam; per alcune correnti ultra ortodosse dell’Ebraismo, andare a pregare al Muro del Pianto è un peccato, perché ormai “contaminato” dalle vicine moschee!
Museo dell’Olocausto (Yad Vashem)
“Documentare e tramandare la storia del popolo ebraico durante la Shoah, preservando la memoria di ognuna delle 6 milioni di vittime”, con questa motivazione nasce lo Yad Vashem a Gerusalemme. Il museo voluto dall’Ente Nazionale per la Memoria nasce nel 1953 con l’intenzione di creare un percorso dedicato esclusivamente a questi ricordi dentro la Foresta di Gerusalemme, sul monte Herzl.
Per cinquant’anni il museo si dedica per lo più a ospitare mostre ed eventi itineranti, mentre procede alla catalogazione di oggetti e testimonianze che porteranno nel 2005 alla inaugurazione del vero e proprio Museo dell’Olocausto. Il museo, sito in una moderna struttura che comprende anche laboratori didattici, fa parte di un percorso più ampio che varia da memoriali a monumenti, da lapidi a giardini, da sale a installazioni.
Interessante l’architettura della sede del museo centrale, ideata da Moshe Safdie: cemento e metallo formano un percorso irregolare, quasi squilibrato, che deve rendere nel visitatore la sensazione di ansia che provarono le persone condotte a morire nei campi.
Durante il percorso si scende sottoterra e si risale alla luce, si percorrono gallerie in cui anche l’illuminazione è parte della sensazione artistica e sottolinea gli oggetti che man mano si ammirano; le gallerie sono 10 in tutto, suddivise per tema: gli Ebrei prima della guerra, il Nazismo, l’Invasione, i Ghetti, la Soluzione Finale e ancora la lista di Schindler, le Marce della Morte, il Ritorno alla Vita e l’Epilogo.
La più grande e la più sconvolgente è la sesta galleria dedicata agli omicidi dentro i campi; in aggiunta alle gallerie si ammirano qui le opere d’arte di artisti morti nell’Olocausto e la Stanza dei Nomi, con 600 foto e biografie, tra cui il drammatico Memoriale dei Bambini.
Museo d’Arte Islamica
Aperto nel 1975 grazie alle donazioni della ricca famiglia Salomons, il Museo d’Arte Islamica esplora una parte di storia di Gerusalemme difficile da tollerare per molti ebrei moderni ma tuttavia parte integrante della città: la conquista islamica.
Qui sono raccolte, in nove gallerie, opere e oggetti d’arte delle popolazioni arabe che vivono in Israele dal VII secolo dopo Cristo: tappeti ovviamente, ceramiche, armi, strumenti musicali ma anche giocattoli e perfino orologi.
Una parte del museo è dedicato anche ai gioielli delle varie epoche della dominazione islamica ed è possibile partecipare a eventi e laboratori che riguardano la musica araba o letture di testi della letteratura islamica.
Museo d’Israele
Fondato nel 1965, questo grande complesso museale occupa una vasta area vicino alla facoltà di Architettura dell’Università cittadina e ospita, in edifici diversi, collezioni di diverse epoche della storia della nazione e della stessa esistenza del popolo ebraico.
Una sala è dedicata a opere d’arte ebraiche, un’altra a oggetti antichi della tradizione; si possono ammirare rari manoscritti millenari, libri religiosi molto antichi, ma anche sculture moderne, architetture nuove e un modello in scala gigante del Secondo Tempio, quello distrutto dai Romani nel 70 dopo Cristo.
Interessante la collezione degli Oggetti della Diaspora che raccoglie elementi e testimonianze della quotidianità ebraica durante le grandi persecuzioni, tra cui la cacciata dall’Europa nel XVI secolo e l’Olocausto nel 1939: tra le tante attrattive la ricostruzione totale di una delle sinagoghe di Mantova.
Ospizio austriaco
Si tratta del più antico ricovero per pellegrini in Terra Santa di Israele, voluto nel XIX secolo dalle diocesi dell’Impero Austriaco proprio per consentire i viaggi di chi voleva ammirare i luoghi in cui aveva vissuto Cristo. Costruito tra il 1858 e il 1863, ha una forma semplice, squadrata, molto francescana e includeva sale per la ristorazione, una cappella e diverse centinaia di posti letto, ampliati ulteriormente prima del 1900.
Durante la I Guerra Mondiale divenne ospedale militare per i feriti inglesi impegnati nella battaglia contro gli Ottomani, in seguito fu usato anche come orfanotrofio, come quartier generale militare, di nuovo come ricovero e ospedale durante la II Guerra Mondiale e durante la Guerra di Palestina nel 1949.
Più volte abbandonato o utilizzato per altri scopi, soltanto a partire dagli anni Novanta del XX secolo l’edificio tornò ad essere usato come ricovero per i pellegrini della chiesa austriaca e dal 2004 ha cominciato ad essere ampliato, dotato anche di un nuovo ristorante e di eventi e servizi che garantiscono posti di lavoro.
Terra Sancta Museum
Questo è un ottimo esempio di museo diffuso, in quanto comprende non solo i due edifici sedi ufficiali dell’ente ma anche qualsiasi edificio cristiano o che richiami alla tradizione cristiana, nel centro di Gerusalemme.
Il percorso museale principale si snoda tra il convento della Flagellazione e il convento del San Salvatore, dove vengono messe in mostra le collezioni: storiche (doni reali, delle varie chiese, dei musei di tutto il mondo), archeologica (oggetti ritrovati durante gli scavi) e multimediale.
Ma da qui si può visitare qualsiasi chiesa, convento, cappella di Gerusalemme che rientri nell’idea della protezione del Santo Sepolcro di Cristo, seguendo quella stessa intenzione che aveva animato le Crociate nel Medioevo. Fanno parte di questo museo anche la Basilica del Santo Sepolcro, il Muro del Pianto, la Via della Croce.
Attività da fare a Gerusalemme
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Storia di Gerusalemme
Una delle città più antiche del mondo, Gerusalemme affonda le proprie radici in millenni lontani. Sicuramente abitata fin dalla preistoria, era terra di pastori nomadi e già nota come tale nel 1425 avanti Cristo.
Per secoli fu territorio di una tribù amorrita detta “dei Gebusei” che si fuse con gli Ebrei moderni guidati da Re David dopo la sua conquista intorno al X secolo avanti Cristo. David fu il primo a edificare una costruzione importante, la propria reggia, sul territorio e fu il primo a costruire mura per difenderlo.
Con il suo successore Re Salomone l’antica reggia fu trasformata in tempio, distrutto poi nel 586 avanti Cristo, anno della conquista Babilonese e della deportazione di massa degli abitanti. Cinquant’anni dopo, liberati dalla schiavitù, gli Ebrei tornarono a riprendere il territorio costruendo un nuovo tempio e mura più forti a difesa. Dal 331 avanti Cristo, con la conquista di Alessandro Magno, Gerusalemme subì decine di invasioni: gli Egiziani nel 198 a.C., i Greco-Siriani subito dopo, i Romani dal 63 a.C. fino al VII secolo dopo Cristo.
Con il lungo dominio Romano, Gerusalemme divenne Aelia Capitolina – una colonia di diretta proprietà dell’imperatore, e lo rimase fino alla invasione Persiana. Quindi cadde in mano dei califfi Fatmidi dal 972 al 1187, quando subentrarono a loro volta gli Ottomani che la dominarono fino alla fine della I Guerra Mondiale.
Divenuta protettorato britannico nel 1917, la città poté godere di un lungo periodo di pace che permise il suo sviluppo. Gli inglesi lasciarono Gerusalemme nel 1949 dopo la creazione del nuovo Stato di Israele e l’inizio dei conflitti interni per la proclamazione della capitale; Gerusalemme, da sempre contesa tra Ebrei e Arabi, non ha ancora trovato la sua dimensione: nonostante per gli israeliani sia la vera capitale di fatto è una città sospesa, con “status internazionale” che la rende in realtà proprietà di tutti. Il problema è ancora attuale e sempre aperto a soluzioni che tardano ad arrivare.