Santo Domingo

Oltre a essere la capitale della Repubblica Dominicana, Santo Domingo è anche una delle città più antiche dei Caraibi: un percorso da scoprire con occhi da esploratori, pronti alla sorpresa ma allo stesso tempo sempre desiderosi di conoscere qualcosa di nuovo che potrebbe incuriosire dietro ogni angolo.

Si tratta di una città antica rivolta verso la modernità: tra palazzi vecchi e ricordi delle antiche colonie fioriscono locali di tendenza, centri commerciali, musica live, un commercio vivace e il divertimento sregolato, soprattutto sulle splendide spiagge che la completano.

Il centro storico fortificato, la Zona Colonial, è caratterizzato da strade acciottolate e edifici che risalgono al ‘500, tra cui la cattedrale, la prima a essere costruita nel Nuovo Mondo. In Plaza de España, circondata da caffè, si trova il palazzo Alcázar de Colón, oggi uno dei numerosi musei della città. Qui sono esposte notevoli opere medievali e rinascimentali.

Cosa vedere a Santo Domingo

Non mancano i monumenti e le bellezze coloniali, per chi viene a Santo Domingo in cerca di storia, ma il centro della vita cittadina sono sicuramente il litorale, i parchi, le piazzette (dove chiunque può improvvisare un concerto o una danza) e, ovviamente, il buon cibo.

Il ricordo di Cristoforo Colombo svetta insieme al faro che porta il suo nome, lo stile dell’arte spagnola vive ancora nelle facciate delle chiese e i mercati, i teatri, le piazze coloratissime fanno a gara per imprimere nell’anima dei turisti che la visitano quella gioia di vivere che solo una città così libera e dinamica può regalare.

Alcázar de Colón

Il “castello di Colombo” oggi è un museo, uno dei più importanti di Santo Domingo, ma quando fu costruito nel XVI secolo era il palazzo del governo coloniale, il quartier generale delle spedizioni esplorative e la residenza destinata a Diego Colombo, figlio di Cristoforo. Si tratta del primo esempio di palazzo fortificato in America e forse dell’unico vero esempio di “reggia” in quel continente, sebbene non abbia ospitato sovrani ma governatori.

La struttura è costruita con blocchi di sedimento corallino, dunque un materiale tipicamente caraibico, eppure la sua forma interna ed esterna richiama totalmente il vecchio mondo, con le arcate gotiche e le numerose stanze eleganti, un tempo oltre cinquanta.

Caduto in abbandono nel 1700, il palazzo venne recuperato e restaurato nel 1950 allo scopo di trasformarlo in un museo, quale oggi è: il Museo Alcàzar de Colòn custodisce le più belle collezioni di arte medievale e rinascimentale europea delle due Americhe e in particolare vanta una preziosa esposizione di arazzi fiamminghi di epoca compresa tra XV e XVII secolo.

Calle El Conde

Famosa per i negozi e per la pavimentazione in pietra liscia, Calle El Conde è l’arteria principale di Santo Domingo e si allunga per dieci isolati tagliando la capitale a metà. In buona parte è chiusa al traffico.

Oggi è la via dello shopping e del turismo, in passato fu il primo cuore commerciale dei Caraibi e, per rimanere nell’ambito dei record storici, lungo questa strada sono sorti la prima cattedrale delle Americhe e il primo Palazzo Comunale del continente.

Molti dei palazzi che ancora oggi la costeggiano sono di epoca coloniale e tra i più vecchi del continente, ma passeggiando per il percorso della Calle si possono ammirare anche parchi, alberghi, mercatini e atelier di artisti che espongono le proprie opere d’arte e lavorano sotto gli occhi di tutti.

Calle Las Damas

Calle Las Damas interseca Calle El Conde e conduce all’Alcàzar de Colòn, dove abitò un tempo il figlio di Colombo, Diego. La moglie di Diego Colombo percorreva ogni giorno questa via per raggiungere i negozi, passeggiando insieme alle amiche, da cui il nome “la via delle dame” per questa arteria effettivamente ancora oggi elegante e ricca di attrazioni turistiche.

Insieme alla Calle El Conde, Calle Las Damas completa la zona antica della capitale sfoggiando altrettanti palazzi coloniali, vecchi alberghi, il Pantheon degli eroi nazionali, ville, musei e una chiesa gesuita.

Cappella di Nostra Signora dei Rimedi

Nostra Signora dei Rimedi è una cappella che oggi si presenta con una facciata in mattoni rossi sormontata da una tripla arcata in stile gotico.

Richiama infatti lo stile originario del primo edificio, costruito nel XVI secolo come cappella nobiliare privata di due ricche famiglie di coloni, gli Ovando e i Davila, i quali tuttavia consentivano alla gente del quartiere di seguire la messa la domenica. La chiesa sarebbe divenuta anche il loro mausoleo privato, pur rimanendo accessibile ai concittadini. Nel 1884 fu dichiarata pericolante e dunque chiusa, in seguito fu abbattuta e ricostruita così come si può ammirare oggi.

Casa de Teatro

La Casa del Teatro di Santo Domingo fu fondata negli anni settanta del XX secolo, con sede in una antica costruzione coloniale.

Lo scopo era quello di dare un teatro a una giovane compagnia di attori alternativi che, di fatto, inizialmente usarono la Casa per i loro spettacoli. Col tempo, però, l’associazione si è aperta anche a musicisti, burattinai, ballerini, galleristi, diventando un vero e proprio centro culturale che ospita mostre, eventi, congressi, concorsi e manifestazioni legate alle arti e alla bellezza in ogni sua forma.

Casa de Tostado

Una delle case più antiche della città, la Casa di Francisco Tostado de la Peña è oggi un museo storico molto importante. La sola struttura dell’edificio ha già quel sapore che richiama la grandezza dei nobili spagnoli di fine XV secolo, bianca, con portali in pietra e tetti in legno e tegole, con una parte sopraelevata a torretta, come a voler difendere i residenti.

In America è uno dei pochi rari esempi di Gotico isabellino. Al suo interno, oggi, si trova il Museo della Famiglia con esposizione permanente di oggetti di uso quotidiano tipici della Repubblica Dominicana dal XIX secolo ai giorni nostri; il museo si completa con il bellissimo giardino interno della Casa.

Cattedrale Primada de América

La chiesa cattedrale di Santo Domingo è intitolata alla Nostra Signora della Incarnazione ma è conosciuta anche come la Primada de America, nel senso che è la prima cattedrale costruita sul suolo del Nuovo Mondo, la più antica del continente.

I lavori di edificazione iniziarono nel 1512 ma il mandato risale addirittura al 1504, con firma di Papa Giulio II e sicuramente quando venne innalzata la parte centrale dell’edificio non esisteva una chiesa simile in tutte le Americhe; quando fu consacrata, nel 1541, era la prima cattedrale in assoluto d’America. I lavori di completamento andarono avanti per quasi tre secoli, infatti le ultime cappelle laterali vennero aggiunte nel 1740.

La struttura ha tre navate, di cui la centrale è uno spettacolo architettonico fatto di volte multiple a crociera in pietra calcarea e mattoni e riprende lo stile gotico già pomposo all’esterno. Il “tesoro della cattedrale” include dipinti, pale d’altare, oreficeria e un bellissimo trono arcivescovile del 1540; per lunghi anni ha ospitato anche i resti di Cristoforo Colombo. Da non perdere una visita alla cripta, alla cappella battesimale e alle ricche cappelle Suazo, Bastidas e Caballero.

Catuán Wreck

Santo Domingo conta diverse navi affondate, nel corso dei secoli, al largo della sua costa. Sono talmente tante da formare, tutte insieme, un museo sottomarino molto famoso tra gli appassionati di subacquea e tra tutti i relitti il più gettonato è il Catuàn Wreck.

Sembra strano a dirsi, dato che il Catuàn era una barca moderna e affondò nel dicembre del 2006 in località Boca Chica, eppure è tra i relitti più appassionanti da esplorare per i sub: non solo per la difficoltà dell’impresa, data dalla struttura della imbarcazione, ma anche per la bellezza degli organismi marini che l’hanno ripopolata.

Sul Catuàn oggi vivono coralli dai colori unici, pesci tropicali e granchi di ogni dimensione; esplorando l’interno della barca si possono ammirare scene di vita sottomarina che in pochi riescono a osservare. L’esplorazione del Catuàn è una prova per sub esperti e per chi ha spirito d’avventura.

Centro culturale delle Telecomunicazioni

Il “museo più moderno della repubblica” fu inaugurato nel 2011 in un palazzo di recente costruzione per ospitare la storia degli oggetti di telecomunicazione nel Paese.

Quattro sale espositive sono distribuite su tre piani completandosi al piano terra con un salone reception di grandi dimensioni: la prima sala mostra gli albori dei mezzi di comunicazione umana fin dalla preistoria, la seconda racconta la storia della telefonia dominicana, radio e TV sono protagoniste della terza sala, e infine la quarta è dedicata a internet e al futuro multimediale.

Oltre a imparare la storia della telecomunicazione della Repubblica Dominicana, al Centro Culturale si possono ascoltare concerti nell’auditorium da 144 posti.

Chiesa di Nostra Signora della Misericordia

Nuestra Señora de las Mercedes è un piccolo gioiello dell’antica arte gotica dominicana, eppure ha avuto una vita tormentata. Costruita nel 1527, a causa di terremoti, uragani e rivoluzioni venne danneggiata più volte quindi poté essere completata soltanto nel 1586.

L’unica navata, all’interno, è decorata in stile barocco e si abbellisce con la presenza di cappelle laterali nel medesimo stile. Da ammirare l’antico coro e il pulpito in legno scolpito che presenta un grande serpente attorcigliato ai suoi pilastri, decorazione unica nel suo genere e davvero originale.

Chinatown

La presenza di cittadini dominicani di origine cinese risale al XIX secolo quando le grandi migrazioni verso le Americhe coinvolsero anche la Cina, allora da poco apertasi al commercio internazionale. Ai cinesi, nel corso del XX secolo, si sono aggiunti migranti vietnamiti, coreani e giapponesi.

Dal 2008 queste persone hanno un quartiere tutto per loro, Chinatown appunto, che richiama nelle architetture e nella tradizione dei locali proprio la cultura asiatica. Tra templi e pagode, qui sorge anche una scuola di lingue orientali, una Clinica Cinese e il Museo della Cultura Cinese.

Ciudad Colonial

Il centro storico dentro cui i turisti vanno alla scoperta dei più bei monumenti di Santo Domingo viene chiamato Ciudad Colonial, la città coloniale. Si tratta in effetti del primissimo nucleo abitato fondato da Nicolàs de Ovando, su ordine di Colombo in persona, nel 1502 e i suoi cinque chilometri quadrati rispecchiano le dimensioni di quel villaggio delle origini.

Copre la sponda occidentale del fiume Ozama e racchiude i principali palazzi antichi, le prime chiese, le fortezze e tutto quel che ha contribuito a creare la “colonia” di Santo Domingo.

Tagliato dalla Calle de las Damas, da Calle El Conde e da Avenida Duarte, oggi il quartiere è il cuore della movida e del commercio; di giorno è il regno dello shopping e del turismo, di sera diventa luogo di divertimento, spettacolo, trasgressione; cuore pulsante della Città Coloniale è Piazza Hispanidad, il primo e più antico “centro commerciale” all’aperto di entrambe le Americhe.

Convento dell’Ordine Domenicano

Sorto nello stesso periodo della cattedrale, il convento De Los Dominicos si può definire la “prima costruzione religiosa d’America”, ma non solo, perché i frati domenicani si dedicarono all’educazione dei giovani fondando anche una università.

L’Università Tomas de Aquino fu così la prima istituzione di educazione superiore del continente nuovo e, anche se non tutti lo sanno, qui fu stilata una prima bozza della dichiarazione dei diritti dell’uomo, sebbene poi il concetto finale si sarebbe sviluppato due secoli dopo.

Il palazzo, in pietra rossa e bianca, mescola stile barocco e gotico ed è sopravvissuto a terremoti, uragani, rivolte e agli attacchi dei pirati inglesi provenienti dalle colonie del Nord America, mantenendo l’aspetto esterno pressoché intatto; oggi al suo interno è di grande interesse la chiesa, in particolar modo la cappella della Madonna del Rosario, caratterizzata dai segni dello zodiaco sulla cupola. Attualmente il convento ospita ancora un’università, l’Università Autonoma di Santo Domingo.

Faro di Colombo

I resti di Cristoforo Colombo hanno trovato riposo nella cattedrale di Santo Domingo per quasi quattro secoli, prima che fosse realizzato un vero e proprio monumento mausoleo in loro onore. I progetti erano tanti e durante tutto il XIX secolo si susseguivano e venivano bocciati continuamente.

Si deve aspettare il 1986 perché finalmente un progetto vada in porto e solo nel 1992 il Faro di Colombo viene inaugurato, appena in tempo per i 500 anni della Scoperta dell’America; nello stesso anno i resti del grande navigatore vengono traslati al suo interno.

Il monumento è un parallelepipedo allungato che copre due chilometri quadrati di superficie e vuole essere una sintesi tra una chiesa laica e una sorta di moderna piramide Maya in cemento, il tutto abbellito da 251 lanterne che la sera proiettano nel cielo una enorme croce di luce. Oltre alla stanza mausoleo di Colombo, all’interno del Faro vengono organizzati eventi, mostre, e trovano spazio ben due musei, Archeologico e delle Ceramiche.

Fortezza Ozama

La torre difensiva del primo nucleo coloniale di Santo Domingo sorse nel 1502 sulla riva del fiume Ozama e da esso prese il nome quando venne ampliata fino a formare una vera e propria fortezza. La fortezza fu completata a tempo di record, in soli tre anni, e con i suoi 18 metri di altezza la torre centrale fu per anni l’edificio coloniale più alto del continente.

Usata come presidio militare fino al XIX secolo fu poi riconvertita in prigione e rimase in uso fino al 1965, quando divenne un edificio pubblico di proprietà del Comune. L’intera area della fortezza segna il punto di arrivo della Via delle Dame e oggi è uno dei monumenti più affascinanti e visitati della capitale; una curiosità: le merlature delle mura sono state aggiunte, per abbellimento, solo nel 1937.

Giardino Botanico Nazionale

Il giardino creato dal botanico Rafael Moscoso nel 1976 è oggi uno dei parchi più belli di Santo Domingo e un esempio di cultura del verde davvero pregiato. Tutte le piante sono state scelte con estrema cura, alcune sono molto rare, altre sono da preservare dall’estinzione, alcune sono locali e tante altre provengono da habitat diversi da quello dominicano.

Sul simpatico trenino elettrico che consente di percorrere tutta la superficie del giardino botanico, si possono ammirare comodamente palme, alberi secolari, orchidee, specie di piante d’acqua e tanti altri esemplari di splendide fioriture, anche tropicali.

Malecòn

Avenida Malecòn è una parte del lungomare di Santo Domingo, non lontano dall’ingresso alla Ciudad Colonial. Questa ampia strada alberata, che da un lato costeggia la spiaggia e dall’altro palazzi ricchi di negozi e locali, collega la parte vecchia della capitale a quella nuova e di sera diventa uno dei centri del divertimento e della vita notturna.

Anche di giorno è molto frequentata, specie da sportivi che corrono da e verso le spiagge, ma anche da turisti in cerca di relax e di sole; il panorama da sogno che si gode da questa strada si può ammirare ancora meglio davanti a un cocktail alla frutta, in uno dei tantissimi chioschi che costellano il suo intero percorso.

MAR

A Santo Domingo non esiste edificio che non abbia battuto un record e nemmeno i “Cantieri Navali Reali” sfuggono a questa tradizione. Edificati nel 1509 e ancora esistenti come struttura originale, furono i più antichi cantieri navali delle due Americhe.

I lavori per la loro costruzione durarono quarant’anni e nonostante terremoti, mareggiate e altri danni subirono due soli restauri, nel 1972 e nel 2014, rimanendo di base fedeli all’antico progetto, che si ammira ancora oggi nelle logge, nelle porte di accesso e in alcune sale.

Oltre ai cantieri navali, qui sorgevano i magazzini di stoccaggio e la dogana dell’antico porto di Santo Domingo e oggi quegli stessi grandi locali servono per ospitare il Museo dei Cantieri Reali (Museo de las Atarazanas Reales) con testimonianze di archeologia marina, naufragi e storia della navigazione dominicana.

Mercato Modelo

Il luogo più allegro della capitale, Mercato Modelo sorge a nord della Ciudad Colonial ed è un vero e proprio bazar sudamericano. Qui si vende di tutto, dagli alimentari ai souvenir, dall’abbigliamento alla gioielleria alla bigiotteria, dall’elettronica ai giocattoli… il tutto basato su un’agguerrita e lunga “arte del mercanteggiare” che coinvolgerà in modo particolare i turisti.

Nonostante spesso si miri proprio a raggirare il forestiero, il tutto avviene in un tale clima di allegra ironia che in molti chiudono un occhio e si lasciano “comprare” facilmente.

Monastero di San Francesco

Il monastero dei frati francescani sorse insieme alla città, con lavori lunghi che durarono dal 1509 al 1560. Una sorte sfortunata, quella di questo convento, prima devastato dai pirati inglesi, poi riedificato nel XVII secolo e distrutto altre due volte da due terremoti diversi.

Nel XVIII secolo venne abbandonato per poi essere recuperato nel 1880 e utilizzato come ospedale psichiatrico, ma pochi anni più tardi un uragano lo distrusse definitivamente e oggi rimangono solo le rovine, visitate e ammirate come se fossero antichi reperti archeologici. Attualmente il sito è un vero e proprio percorso turistico a cielo aperto e un bene protetto dall’UNESCO.

Museo Bellapart

Fondato nel 1999 da Juan José Bellapart, è il primo museo interamente privato della nazione ed è divenuto da subito un punto di riferimento per quanto riguarda l’arte dominicana.

Museo Bellapart raccoglie le testimonianze di pittura, scultura e installazioni dal XIX secolo fino al 1960, tratte dalla sterminata collezione (oltre 2.000 opere) della famiglia. Ogni tanto ospita anche mostre itineranti ma il punto di riferimento rimane la esposizione permanente che esalta soltanto l’arte nazionale.

Museo d’Arte Moderna

Fondato nel 1976 come galleria d’arte, si inseriva nel contesto di Piazza della Cultura, uno spazio realizzato soltanto per gli edifici e le scuole legati ad arte e letteratura di Santo Domingo. Nel 1992 ha cambiato funzione e nome, diventando Museo di Arte Moderna ed esaltando in particolare le opere di arte contemporanea della Repubblica Dominicana.

Edificio moderno, suddiviso in quattro sale, espone oltre all’arte prettamente dominicana anche collezioni sudamericane e alcune provenienti da ogni parte del mondo, purché sempre relative all’arte recente. Una sala speciale viene riservata all’Arte del Caribe come tipologia di cultura a se stante, della quale la Repubblica Dominicana sente di far parte pienamente.

Museo dell’Uomo Dominicano

Il Museo dell’Uomo Dominicano ripercorre tutte le tappe del popolamento della nazione, dalla preistoria fino ai giorni nostri. Si suddivide in quattro sale espositive, di cui una dedicata alle mostre itineranti e temporanee.

Le altre tre sale ospitano la storia della gente dominicana dalla preistoria al XV secolo, le collezioni private del fondatore del museo – lo speleologo dottor Bosch, le testimonianze della Repubblica Dominicana coloniale incluse maschere vudù e maschere del carnevale spagnolo.

Museo delle Case Reali

Dentro un bellissimo palazzo cinquecentesco, che a suo tempo ospitò i Governatori, i Viceré e i sovrani spagnoli, sorge il Museo delle Case Reali, inaugurato nel 1976. Il museo include nel percorso turistico lo stesso palazzo, le stanze e gli arredi dell’epoca, tra i quali si può ammirare una collezione di oggetti utilizzati dai primi coloni.

Tra le esposizioni in mostra, una è dedicata ai viaggi di Colombo, una è dedicata alle bambole antiche e una ospita pregiati oggetti in vetro artigianale. Il museo è il punto di arrivo di Calle Las Damas, dunque si trova nel cuore della Città Coloniale.

Palazzo delle Belle Arti

Inaugurato nel 1956, in un sobrio stile neoclassico ricco di marmi bianchi, questo grande palazzo intendeva radunare tutte le espressioni dell’arte dominicana in un solo spazio. Il palazzo però oggi non si limita a ospitare opere d’arte ma è anche un polo educativo in cui hanno sede la Scuola di Arti Visive, la Scuola di Danza, la Scuola di Teatro.

L’orchestra sinfonica nazionale, il corpo di ballo folkloristico nazionale, il corpo di ballo classico hanno anche essi sede nel Palazzo delle Belle Arti. Si possono inoltre ascoltare concerti presso l’auditorium e ammirare eventi teatrali nella apposita sala teatro.

Palazzo Nazionale

La sede della Presidenza della Repubblica e del Governo, il Palazzo Nazionale, rispecchia con il suo stile classico i palazzi del potere americano e londinese. Nonostante lo stile ottocentesco fu edificato nel 1944 a firma di un architetto italiano, Guido D’Alessandro, su un’area di 18.000 metri quadri che si completa con un bellissimo giardino e una cupola dal diametro di 18 metri e un’altezza di 34.

Essendo un palazzo del governo, sono poche le aree visitabili aperte ai turisti ma consentono comunque di ammirare alcuni uffici, le stanze degli ambasciatori e alcuni eleganti saloni come la Sala delle Cariatidi – utilizzata come set del film Il Padrino Parte II.

Panteón De La Patria

Quello che oggi viene considerato “il sacrario della patria” era nel XVIII secolo una chiesa domenicana, poi chiusa alla soppressione dell’ordine nel 1760. Da allora e fino al 1958 venne l’edificio venne utilizzato come magazzino, fabbrica, teatro, nuovamente come fabbrica e infine abbandonato.

Fu rivalutato nel 1958 e trasformato in un tempio laico per i caduti militari e gli eroi nazionali, includendo anche i grandi nomi della cultura. Diversi uomini e donne illustri sono già ricordati dentro il Panteón De La Patria e altri 36 posti sono vuoti in attesa di eroi del futuro; uno solo resterà sempre vuoto ma onorato: quello del Milite Ignoto.

Parco Mirador Sur

Paradiso degli sportivi che alle spiagge preferiscono il fresco e l’ombra degli alberi, Parco Mirador Sur si estende su ben otto chilometri di percorso verde compreso tra Via Churchill e Via Luperón.

Segue il corso della Avenida Mirador Sur che lo costeggia su un lato, mentre al suo interno si districano numerosi sentieri e spazi di intrattenimento: palestre all’aperto, giochi per bambini, spiazzi per eventi musicali o comizi, e per finire un meraviglioso laghetto che si può solcare con mini battelli in affitto.

Parco Nazionale Sottomarino La Caleta

I fondali davanti alla costa di Santo Domingo sono bellissimi e terribili; ricchi di flora e fauna marine, hanno visto però negli anni decine di naufragi. Le due cose insieme (la bellezza naturale e i relitti delle navi) ne hanno fatto una delle mete più amate dai sub di tutto il mondo, tanto da portare il Paese a creare un vero parco nazionale sottomarino: La Caleta.

I fondali di La Caleta scendono fino a 180 metri, e ospitano resti di navi (sia antiche che moderne) affondate e divenute ormai parte del mare; coralli, alghe e pesci li hanno ripopolati e li rendono doppiamente affascinanti. Da ammirare, tra gli altri: il famoso relitto Catuàn, lo Hickory e il Limòn. Poco lontano sorge la “montagna sommersa” di Barracuda che come dice lo stesso nome ospita questi animali.

Piazza della Cultura

Il nome completo è Piazza della Cultura Duarte, dedicata a uno dei padri della patria dominicana, ed è uno spazio concepito appositamente per concentrare nel cuore della capitale tutti i palazzi legati a eventi artistici e culturali.

Lo spazio creato tra gli anni Sessanta e il 1971 è ricco di verde e circondato da edifici che ospitano ciascuno una materia artistica come, ad esempio, la Biblioteca Nazionale, il Museo dell’Uomo Dominicano, il Museo di Arte Contemporanea, ma anche il Teatro Nazionale e un Museo del Cinema. Qui si svolge anche la Fiera Internazionale del Libro di Santo Domingo.

Piazza di Spagna

All’altra estremità di Calle Las Damas si apre Piazza di Spagna, un elegante salotto seicentesco chiuso su un lato da Alcazar de Colòn e punteggiato di piccoli locali con tavolini all’aperto. Al centro, la colonna in memoria di uno dei padri della patria, Nicolas De Ovando, domina il paesaggio della città antica coloniale che si distende poco al di sotto.

Meraviglioso passeggiare qui la sera, con le trattorie illuminate, gli spettacoli dal vivo, gli eventi per i turisti e tante ottime degustazioni con i monumenti a far da corona.

Rovine dell’ospedale San Nicola di Bari

Questa fu una delle primissime costruzioni di Santo Domingo, un ospedale voluto da Nicolas De Ovando e dedicato a San Nicola di Bari. I lavori di edificazione andarono dal 1503 al 1508, periodo dello stile gotico, e rimase in funzione diversi anni finché non venne distrutto e abbandonato.

Quel che è rimasto in piedi ha resistito nel tempo anche alle incursioni dei pirati e a successive calamità naturali e oggi svetta come un Colosseo rinascimentale ricco di storia. Per i dominicani, effettivamente, le rovine dell’ospedale di San Nicola hanno lo stesso prestigio di un sito archeologico e come tale lo presentano orgogliosamente ai turisti.

Spiaggia Boca Chica

Il quartiere Boca Chica nasce a inizio XX secolo intorno alla villa di un ricco coltivatore di canna da zucchero, Juan Vicini, che fronteggiava il mare. Tra il 1950 e il 1970 molti personaggi famosi iniziarono a costruire le proprie case di vacanza nel villaggio e attirarono l’attenzione delle folle turistiche, prima caraibiche, poi americane e poi internazionali.

Oggi Boca Chica è un piccolo paradiso, con una lunga striscia di sabbia dorata ombreggiata da decine di palme, che attira gli amanti del mare, ma soprattutto con acque cristalline e fondali spettacolari dominati da coralli di mille colori. Tutto intorno i locali di ristorazione e di divertimento intrattengono sia i bagnanti, sia i sub reduci dalle immersioni, sia i diportisti che attraccano le loro imbarcazioni al vicino molo Caucedo.

Teatro Guloya

Teatro Guloya è un piccolo teatro da 90 posti, situato nella vivace Via Portes. Sorge dentro una palazzina che un tempo era residenziale e all’interno del suo perimetro sorge anche un cortile che ospita spettacoli estivi.

Il Guloya è un ente polivalente che funziona da teatro, da laboratorio didattico, da scuola di recitazione ma anche come ambiente espositivo per mostre d’arte, di artigianato e sede di festival.

Teatro Nazionale Eduardo Brito

Uno dei gioiellini di Piazza della Cultura, il Teatro Nazionale dedicato a Eduardo Brito (grande baritono dominicano) esiste dal 1973 e può vantare dimensioni importanti. Ospita fino a 1600 spettatori, ha un palcoscenico di 24 x 25 metri sul quale possono stare 250 artisti, altre due sale per concerti possono ospitare circa 200 persone ciascuna; viene utilizzato per molteplici funzioni.

Qui si mettono in scena spettacoli di prosa, di musica, concerti classici, concerti da camera; dentro il complesso teatrale si trovano anche una biblioteca e un Centro di Recupero e Diffusione della Musica Dominicana Tradizionale.

Attività da fare a Santo Domingo

Prenotazione sicura, facile e rapida, prezzi vantaggiosi e assistenza clienti in italiano.

Storia di Santo Domingo

La terra oggi chiamata Repubblica Dominicana fu una delle prime toccate da Cristoforo Colombo nel 1492, e ribattezzata Hispaniola. Le tribù che vi abitavano, i Tainos, popolavano le sponde del fiume Ozama, regioni esplorate qualche anno dopo da Bartolomeo, il fratello di Colombo, il quale fondò un primo insediamento sulla foce del fiume, dedicato a San Domenico di Guzman: Santo Domingo, appunto.

Devastato da un uragano nel 1502, il villaggio fu ricostruito a est del fiume, nel sito in cui sorge adesso, da Nicolas De Ovando, allora governatore della colonia, che lo fornì anche di mura difensive rendendolo sicuro al punto tale da attirare più popolazione sul suo territorio.

Colonia tra le più antiche delle Americhe, da Santo Domingo partivano le spedizioni esplorative e commerciali verso le altre destinazioni del continente ed essendo un centro fiorente era nelle mire di molti; subì diversi attacchi dai pirati inglesi, diversi tentativi di conquista soprattutto da parte dei francesi i quali infine si insediarono solo nella parte di isola oggi chiamata Haiti.

Nel 1822, i vicini haitiani tentarono una conquista della regione dominicana e riuscirono a sottometterla per circa vent’anni, prima che una rivolta popolare liberasse quella parte dell’isola rendendola indipendente col nome di Repubblica Dominicana.

Nel 1844 Santo Domingo diventa capitale della nuova nazione e deve fronteggiare da subito diverse emergenze: numerosi terremoti, uragani, ma anche rivolte e conflitti politici che si sono risolti soltanto alla fine del XX secolo, quando Santo Domingo si è riscoperta all’improvviso una splendida capitale del turismo caraibico.