Fascino antico e moderno, luogo dove convivono la cultura europea e quella araba, Istanbul è senza dubbio una delle città più affascinanti al mondo.
Istanbul è una città tutta da scoprire. Un incanto per gli occhi. Solo visitandola si riesca a capire quanto la capitale della Turchia sia bella. Questa città è il ponte perfetto tra Europa e Asia. Qui si trovano resti di dominazioni romane, bizantine e ottomane.
Una vacanza ad Istanbul lascia senza fiato per il patrimonio artistico unico che presenta, per la multietnicità, per i suoi luoghi affollati e per quelli misteriosi.
Cosa vedere a Istanbul
Una città con una serie di bellezze tali da essere classificata come Patrimonio dell’Umanità da parte dell’UNESCO. Da non perdere la Chiesa di Santa Sofia, la Moschea Blu, il fantastico Palazzo di Topkapi, senza dimenticare i fantastici bagni turchi della città, perfetti per rilassarsi.
Ma visitare Istanbul significa anche perdersi nei suoi vicoli, nel quartiere ebraico e in quello europeo, passeggiare per il Gran Bazar, sottoporsi ai rilassanti trattamenti e massaggi del bagno turco.
Chiesa di Chora
San Salvatore in Chora è, o meglio “era”, l’esempio più antico di architettura sacra bizantina esistente al mondo. L’edificio risale al V secolo, anche se nel tempo ha subito rimaneggiamenti, specie nei secoli XI, XIV e XVI.
Utilizzata per secoli come moschea, nel 1958 divenne un museo di stato aperto al pubblico; il governo turco però decise di riportarla al ruolo di edificio di culto nel 2019. Trasformata di nuovo in moschea, la chiesa di Chora ha un accesso limitato ai soli fedeli e soprattutto sono stati coperti i preziosi mosaici cristiani bizantini che ne rendevano prezioso il valore storico e artistico.
L’architettura della chiesa di Chora, una croce greca con i due bracci che si incrociano sotto una enorme cupola, fu la base sulla quale nei secoli successivi si riprodussero le chiese ortodosse in tutto il mondo.
Cisterna di Yerebatan
Yerebatan in turco vuol dire “sommerso”. E questo monumento viene infatti indicato come “la basilica sommersa” oppure “il palazzo sommerso”. Ai turisti occidentali è nota come “la cisterna” perchè come tale fu progettata dall’imperatore Giustiniano nel VI secolo, raccogliendo le acque del grande acquedotto romano di Valente, che riforniva Istanbul partendo dalle sorgenti di fiumi balcanici!
La meraviglia di questo pozzo non è data soltanto dalle dimensioni (140 x 70 metri, con 10 metri di altezza) ma anche dalle colonne e dagli archi che ne sorreggono il tetto, formando letteralmente delle eleganti navate sopra un pavimento perennemente allagato. La cisterna si è prestata a scenario per numerosi film e anche per alcuni videogiochi!
Grande Bazar
La storia del Grande Bazar di Istanbul, o “grande mercato coperto”, inizia nel 1460. La prima struttura fu un mercato di tessuti, seguita dal mercato dell’usato e da quello dei libri.
In seguito, furono costruite altre strutture sempre nello stesso quartiere ma distaccate dal bazar originario e tali dovevano rimanere; ma il successo di pubblico portava, ogni giorno, nuovi commercianti ad aggiungere bancarelle o negozi che di fatto unificarono i vari mercati sparsi tra loro. Il risultato fu che all’inizio del XIX secolo, il Grande Bazar come lo si vede oggi era già una realtà, ovvero uno dei mercati più grandi del mondo (oggi “il primo centro commerciale del mondo”).
La sua superficie comprende ben 61 strade con oltre 4000 negozi e altrettante bancarelle. Per esplorarlo occorrono più visite, magari guidati da una mappa che spieghi esattamente dove sono i vari prodotti, perché si tratta veramente di una città dentro la città. Circa mezzo milione di persone visita ogni anno il grande mercato coperto di Istanbul, alimentando fortemente l’economia cittadina.
Ippodromo
Quando i Romani di Settimio Severo lo costruirono, e l’imperatore Costantino lo completò cento dopo, l’ippodromo di quella che allora era Costantinopoli aveva dimensioni impressionanti: quattrocento metri di lunghezza, 130 di larghezza e spalti per contenere 100.000 persone lo rendevano un’opera mastodontica, ottima per le migliori gare di cavalli ma anche per i giochi gladiatori. La struttura comprendeva anche un carcere, le stalle, i depositi per le bighe e un curvone pericoloso per ammirare le spericolate acrobazie in corsa che a volte uccidevano i concorrenti.
Nei secoli successivi alla caduta dell’impero romano, l’ippodromo fu usato come enorme cava per materiali da costruzione mentre la piazza divenne il luogo di incontri e scontri politici, ancora frequentato durante le rivolte del 1909. La selvaggia distruzione della struttura ha fatto sì che oggi si possano ammirare solo pochi resti, a ridosso della famosa Moschea Blu: la spina centrale con i suoi obelischi, la “colonna serpentina”, la curva sud-est e poche gradinate della tribuna ovest.
Moschea Blu
La grande Moschea Blu fu costruita per volere del sultano Ahmed I, dopo la guerra contro la Persia, per ringraziare Dio del ritrovato potere ottomano sul mondo. Per completarla si lavorò duramente dal 1597 al 1616 e il risultato è un monumento che ancora oggi stupisce i turisti per la sua grandezza e bellezza.
Oltre alle 21.000 piastrelle azzurre che coprono la cupola, e che danno appunto il nome alla moschea, spiccano immediatamente alla vista gli altissimi minareti, che sono sei ma avrebbero potuto essere anche di più (si fermarono per non superare i sette minareti della moschea sacra di La Mecca). Una leggenda però narra che il sultano in realtà volesse minareti completamente coperti d’oro, ma che l’architetto abbia frainteso la parola “altin” (oro) con la parola “altii” (sei), creando quindi sei torri senza traccia di oro.
Dentro, un gigantesco cortile separa i vari ambienti dedicati ai pellegrini, mentre entrando nella moschea vera e propria si ammirano gli interni riccamente decorati con motivi geometrici e con finestrelle (oltre 200) che fanno entrare la luce da ogni angolo. I disegni formati dall’incrocio di cupole e dalle geometrie dorate che ne ricoprono gli interni sono uno spettacolo imperdibile, da ammirare piegando quasi totalmente il collo all’indietro.
Moschea di Aya Sofia
Non esiste un edificio più bello e tormentato della moschea (ex cattedrale) di Santa Sofia, o come si dice in turco Aya Sofia. Costruita dai Bizantini nel IV secolo, fu dedicata a Gesù ma distrutta da un incendio appena un secolo dopo; la ricostruzione ne fece una chiesa ancor più bella (anno 405) ma ancora una volta la sorte avversa volle che finisse bruciata in un devastante incendio.
La terza costruzione è datata anno 537, quando la chiesa fu consacrata alla Santa Sapienza di Dio, in greco Aghia Sophia, da cui il nome; una chiesa importante, perché divenne perfino cattedrale restandoci per novecento anni.
Nel 1453 la chiesa fu riconvertita in moschea islamica. Sconsacrata nel 1931, divenne un museo di stato e lo è rimasto fino al 2020, quando tornò ad essere usata come moschea. L’interno è composto da architetture complesse, che prevedono comunque un ampio spazio centrale continuamente illuminato da decine di finestre, mentre le colonne delle navate intorno creano giochi di ombre sul pavimento.
La pianta della moschea fonde insieme un quadrato e un rettangolo e su tutto domina la cupola, contornata da altre cupole più piccole; le decorazioni interne, quasi tutte mosaici dorati e frammenti di ceramica, mescolano sia motivi cristiani con figure sacre sia gli immancabili motivi geometrici tipici dell’islam.
Moschea di Solimano
Costruita nel XVI secolo per volere del sultano Suleyman il Magnifico, è la quarta moschea della città e sorge su un colle affacciato sull’estuario detto Il Corno d’Oro. Il panorama e l’architettura raffinata di questa moschea la rendono una meta turistica interessante, anche se ha dovuto essere ricostruita più volte (dopo incendi, terremoti e frane) e ancora oggi ha bisogno di costanti restauri temporanei.
L’edificio si presenza come un ammasso di cupole blu su muratura bianca, abbellito da archi e da quattro minareti; somiglia molto alla moschea di Santa Sofia perché proprio ad essa si ispirarono gli architetti che vollero riprodurre, in chiave musulmana, la bellezza di quel tempio cristiano.
Dentro, è molto semplice, con pochi ornamenti e decorazioni raffinatissime concentrate però soltanto nella parte della cupola centrale. Nel suo perimetro sono inclusi anche due antichi mausolei (quello di Suleyman e della moglie) e un bagno turco, pensato per i pellegrini dei primi tempi ma ancora oggi attivo e funzionante.
Museo dell’Antico Oriente
In questo museo, che insieme al museo dell’Archeologia e al museo Islamico fa parte del circuito dei Musei Archeologici di Istanbul, sono raccolte le testimonianze storiche della intera Turchia ma non solo. Si conservano anche reperti relativi a Egitto, Arabia, Siria, Palestina.
Tra statue di sovrani sumeri e ottomani, obelischi (notevole quello di Adad-Nirari, IX secolo avanti Cristo) e riproduzioni di sfingi e sepolcri, si possono ammirare iscrizioni millenarie (2700 avanti Cristo), l’antica cosmologia mesopotamica, bassorilievi preziosi e perfino uno dei documenti più antichi al mondo: il trattato di pace di Qadesh (1269 avanti Cristo).
Museo di Archeologia
Questo è uno dei musei archeologici più importanti del mondo, con reperti plurimillenari che comprendono anche il sepolcro di Alessandro Magno tra i pezzi più pregiati. Parte del museo ospita reperti artistici e architettonici dell’antico oriente, mentre esiste un settore dedicato esclusivamente alla gioielleria e alla ceramica.
Il Museo di Archeologia fu aperto nel 1891 per accogliere le collezioni artistiche ospitate fino ad allora al palazzo Topkapi ed è di fatto il primo museo mai aperto in Turchia, oltre ad essere la parte più interessante dei tre musei archeologici della capitale.
Museo di Arte Moderna
Dentro la struttura di un magazzino restaurato affacciato sul Bosforo, nel 2004 fu realizzato e aperto al pubblico il primo museo di arte moderna della Turchia. Il museo, gestito da privati, organizzò per la prima volta nella tradizione del Paese, una mostra esclusivamente basata su opere di arte contemporanea.
Suddiviso su due piani, ospita alcune collezioni permanenti legate ad artisti turchi vissuti e viventi tra il XIX e il XXI secolo, mentre altre esposizioni hanno carattere temporaneo e vengono sostituite dopo alcuni mesi o anni. Sono compresi nel perimetro del museo anche laboratori didattici, ristoranti, negozietti e perfino un cinema.
Palazzo Topkapi
Costruito in cima alle colline che dominano il Bosforo, il Palazzo Topkapi fu una idea geniale di Mehmet II che lo volle realizzare nel 1459 (i lavori si conclusero dieci anni dopo). Fu una residenza reale per quasi quattro secoli e subì molti restauri e cambiamenti, dovuti anche a calamità naturali come i terremoti; abbandonato nel corso del XVIII secolo, il palazzo fu recuperato cento anni dopo e usato come sede della tesoreria, della zecca di stato e infine, nel XX secolo, come museo.
Il museo oggi comprende oltre cento stanze, ma sono accessibili e visitabili solo alcune, su itinerari ben precisi. Le stanze più importanti sono: l’harem, la tesoreria (dove si conserva uno dei diamanti più grandi del mondo), la sala del Diwan (cioè del consiglio imperiale), la stanza delle Udienze; si possono visitare anche le scuderie e le cucine.
In questo museo di Palazzo Topkapi si ammirano armi storiche, architetture, decorazioni raffinate, giardini, antiche banconote, gioielli e argenterie. Nel perimetro del museo sorge anche una chiesa in stile bizantino, Santa Irene.
Ponte di Galata
Con questo termine oggi si indica un ponte ben preciso che connette, a cavallo del “Corno d’Oro” , la città moderna con i quartieri più antichi. Ma non esiste un solo ponte di Galata, ne furono realizzati ben undici nel corso dei secoli, dall’epoca romana in poi.
I primi esempi di ponti di Galata erano in legno e vennero distrutti facilmente da incendi e incidenti vari; due di questi furono progettati da Leonardo e da Michelangelo. Quando i ponti di legno venivano distrutti, si rimediava con ponti di barche temporaneamente.
Nel XIX secolo finalmente fu realizzato il primo ponte moderno, ma ancora in legno; a questo seguirono altre strutture realizzate anche con l’aiuto degli alleati stranieri europei, nel 1863, 1875, 1912 e 1994. Il moderno ponte di Galata è in cemento ed è formato da parti mobili perché si può sollevare al passaggio delle navi; comprende un piano superiore asfaltato per le auto e uno inferiore, interamente pedonale.
Torre di Galata
La torre rotonda che svetta sul profilo di Istanbul fu costruita dai genovesi nel 1348. Alta 66 metri, larga più di 8, ha mura spesse 3 metri e per secoli è stata l’edificio più alto della città.
La sua storia è legata alle fortificazioni storiche di Istanbul e fu usata anche dagli ottomani come punto di osservazione e controllo sul mare; nel XVII secolo, un uomo chiamato Hasan Cselebi provò a spiccare il volo dalla torre usando un marchingegno alimentato con polvere da sparo… riuscì a restare sospeso in aria per alcuni secondi prima di cadere in mare!
Attualmente la torre ospita un ristorante e un locale notturno. Si può accedere alla cima, dove una balconata rotonda panoramica consente di ammirare tutta Istanbul e la costa.
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Storia di Istanbul
Nata come Bisanzio, da una colonia di Greci provenienti da Megara nel 667 avanti Cristo, la città si trovò da subito in una posizione ideale per i viaggi e i commerci. Controllava lo stretto del Bosforo e aveva pieno potere sulla navigazione di chiunque passasse dalle sue coste e questo la rese una città appetibile, e dunque contesa, fin dai primissimi tempi. Subì la prima grave distruzione ad opera dei Romani, nel 195 dopo Cristo; ma furono i Romani stessi con Settimio Severo a ricostruirla più bella di prima.
Sarà l’imperatore Costantino (IV secolo), però, a renderla una grande capitale al punto da lasciarvi il proprio nome; ispirandosi a Roma, ampliò e modernizzò la “sua” Costantinopoli al punto che era conosciuta nel mondo di allora come “la Nuova Roma”.
Con Teodosio II, cento anni dopo, vennero costruite nuove opere, palazzi, strade e quartieri che resero la città una delle più grandi e importanti del Mediterraneo.
Quando cadde l’impero romano, Costantinopoli divenne il punto di riferimento per le regioni dell’Asia e lo rimase per tutto il medioevo finché, con la riconquista da parte della Grecia nel XIII secolo, non iniziò un graduale declino che la rese debole e indifesa davanti agli attacchi esterni. Fu così che la conquistarono i Turchi Ottomani nel 1453, trasformandola però in poco tempo nella capitale del loro califfato e rendendola nuovamente una città ricca e grandiosa.
Cambiò nome diverse volte, ma nel Mediterraneo rimase nota sempre come Costantinopoli e fu capitale dell’impero ottomano prima e della repubblica turca, poi, fino al 1922; in quell’anno, infatti, il governo si trasferì ad Ankara.
Nel 1930 si decise la modernizzazione della Turchia e molte città cambiarono nome; Costantinopoli assunse allora il nome definitivo di Istanbul, derivato dalla frase greco-antica “istin polin”, cioè “verso la città” (oppure “la città delle città”).
Nel corso del XX secolo e dell’inizio del XXI, Istanbul ha vissuto anni tormentati soprattutto per colpa del terrorismo islamico che la prese spesso di mira. In compenso, nei primi venti anni del duemila il governo turco ha iniziato opere di recupero, restauro e modernizzazione che le stanno regalando un nuovo successo, anche come meta turistica, nonostante la situazione politica non esattamente stabile del Paese.