Sana’a

Sana’a, capitale dello Yemen, è situata al centro di un vasto altopiano ed è cinta da mura e con tipici palazzi yemeniti a più piani.

Divisa da mura interne in tre quartieri (arabo, turco ed ebreo), rappresenta il centro commerciale, culturale ed economico del Paese. Ci sarebbe davvero tanto da vedere a Sana’a, la capitale dello Yemen, se la guerra continua e le decine di rivoluzioni costanti non la rendessero una località pericolosa dal 2010.

Prima di programmare un viaggio a Sana’a è bene consultare più fonti e più enti diplomatici, per capire se e quando è il caso di recarsi sul posto; tra l’altro, essendo una città che soffre per carenza d’acqua, affrontare un viaggio a Sana’a significa avere meno protezione contro infezioni e malattie.

Cosa vedere a Sana’a

Nella speranza che un domani la città sia di nuovo una attrazione turistica accessibile, ecco perché vale la pena andare a visitarla. Capitale dalla storia antichissima, Sana’a possiede alcune delle architetture più belle dell’oriente arabo: edifici a più piani dalle fini decorazioni, moschee eleganti, suq tradizionali dall’aspetto affascinante, i famosi balconi yemeniti, giardini da fiaba.

Anche il paesaggio intorno è affascinante, un altopiano circondato dalle montagne dalle quali scendono i wadi verdeggianti, letti di torrenti invernali che arricchiscono il suolo della regione. Sana’a ricorda la città dei racconti di Aladino, in tutta la sua regale bellezza senza tempo.

Bāb al-Yaman

Il “Cancello dello Yemen” è la più antica e grande porta aperta nelle mura di fortificazione della Sana’a medievale e un tempo si affacciava direttamente sulla pianura esterna. Oggi, al posto della pianura, sorge la parte moderna della capitale dello Yemen, tra locali, grattacieli, strade trafficate e uffici; il Bāb al-Yaman segna il confine, il passaggio da una dimensione temporale ad un’altra, la connessione tra passato e presente.

Costruita nel XVII secolo, la grande porta introduce alla Città Vecchia, tra vicoli strettissimi, mercatini e i tradizionali palazzi yemeniti in mattoni rossi rivestiti di decorazioni in calce, tufo o pietra calcarea. Una curiosità: molte delle decorazioni che abbelliscono la porta furono eseguite da scultori ebrei.

Città Vecchia

Oggi in parte devastata dai bombardamenti, questa perla della storia e dell’arte yemenita era divenuta Patrimonio Mondiale UNESCO proprio per le sue architetture uniche al mondo.

Semmai le future ricostruzioni riusciranno a riportare all’antico splendore le migliaia di monumenti custoditi tra le vecchie mura, si ammireranno meraviglie come il Castello di Ghumdan (il palazzo fortificato più antico del mondo), la millenaria Grande Moschea, il Mercato del Sale che è in realtà un insieme fitto di decine di suq alimentari, quasi un labirinto in cui però si possono respirare tutti i profumi d’oriente.

La parte centrale della Città Vecchia, la Medina, custodisce tra l’altro il Museo Nazionale dello Yemen e i Giardini Presidenziali.

Dar al-Hajar

Il nome significa “Casa di Roccia” ed è un magnifico palazzo costruito nel corso dei primi vent’anni del XX secolo dall’allora imam-sovrano dello Yemen, Hamid el-Din. Il palazzo moderno, un vero e proprio “grattacielo del deserto” in perfetto stile architettonico yemenita, sovrasta una struttura molto più antica (XVIII secolo) costruita dall’imam Mansour per ospitare gli studiosi del Corano.

Sette piani sovrapposti su più cubi, edificati in mattoni di terra rossa del deserto con decorazioni in pietra calcarea bianca, il Dar al-Hajar spicca per bellezza e maestosità; è costituito da 35 stanze, unite tra loro da scale ricavate direttamente dentro la roccia della collina a cui il palazzo si aggrappa; nel cortile interno svetta un albero di 700 anni dal tronco immenso, mentre un complesso sistema di irrigazione alimentava l’acqua potabile e anche le piscine per il bagno o per il bucato, situate in alcune speciali stanze esterne.

Sotto il palazzo, un pozzo profondo 180 metri consentiva di avere accesso continuo all’acqua, anche in periodi di siccità; alcune parti del palazzo erano vere e proprie suite riservate a personalità politiche o dello spettacolo. Qui girò alcune scene del suo film “Il Fiore delle Mille e Una Notte” anche il regista italiano Pasolini. Oggi il palazzo è stato trasformato in un museo dal fascino irresistibile per i turisti di tutto il mondo.

Jami’ al-Kabir

Per la gente del posto, la Grande Moschea Jami’ al-Kabir è nata insieme all’Islam, nel VII secolo dopo Cristo. Non si hanno prove certe di questo, ma sicuramente l’edificio è stato restaurato una prima volta nel secolo VIII e dunque poteva già essere esistente prima, come dimostrano anche i materiali risalenti all’era degli Himariti (costruttori dell’antico castello di Ghumdan) e delle primissime chiese cristiane d’oriente.

Oggi questa è la più grande tra le oltre cento moschee di Sana’a ed è Patrimonio Mondiale UNESCO. La struttura in pietra e mattoni sorge intorno a un grandissimo cortile centrale (80 x 60 metri) dentro il quale è stato edificato un piccolo palazzo in stile turco che richiama il tempio della pietra nera della Mecca, mentre il minareto occidentale è una copia dei minareti egiziani del Cairo.

Splendide le arcate, in stile bizantino, così come il meraviglioso soffitto in legno intagliato che ricopre gli ambienti di preghiera interni. La moschea include anche una biblioteca e le bellissime vasche per le abluzioni… purtroppo non sempre piene. Nel 1972 qui furono scoperti alcuni frammenti dei Manoscritti del Corano, secondo tradizione, originali.

Mercato Suq al-Milh

Suq al-Milh vuol dire “il mercato del sale” ma questo immenso dedalo di vicoli, tendoni, merci è molto più di un mercato alimentare: è un vero monumento vivente di Sana’a. Si tratta in realtà di decine di piccoli mercati, artigianali e alimentari, unificati quasi a formare una città nella città.

Si può perdere anche un giorno intero, passeggiando per questo suq, e si rischia perfino di non ritrovare più l’uscita. Ma lasciarsi trasportare dai banditori, dai profumi di spezie, dagli assaggi e dai venditori di souvenir è un’esperienza che ripaga di ogni sacrificio.

Moschea Al-Saleh

Se Jamì al-Kabir è la moschea più grande tra le moschee cittadine, Al-Saleh è la più grande di tutto lo Yemen. Fa parte del territorio urbano di Sana’a ma si trova fuori città, proprio per via delle sue immense dimensioni: 27.300 metri quadri di superficie totale, 13.596 metri quadri di superficie della sala interna, potrebbe ospitare 44.000 fedeli in preghiera. Per costruirla, agli inizi degli anni duemila, sono stati spesi 60 milioni di dollari americani.

L’edificio è sia luogo di preghiera che museo aperto a turisti di qualsiasi fede e si presenta con una solida struttura in pietra basaltica e calcarea, con soffitti in legno intagliato e decorazioni di ceramica con geometrie e iscrizioni coraniche. Dei sei minareti, quattro superano i 150 metri di altezza, mentre passando attraverso le gigantesche porte alte 22 metri si entra nelle sale interne; quella principale raggiunge una altezza di 24 metri; la parte separata per le donne è costituita da tre saloni, il più “piccolo” dei quali può ospitare 2000 fedeli.

Pur essendo modernissima, con ottimi sistemi di sicurezza, la moschea è stata anche essa teatro di scontri armati durante i primi due anni della sua esistenza, tra il 2009 e il 2011. Nelle immediate vicinanze della moschea, si trovano un grande ospedale, un giardino e un parco divertimenti a tema.

Museo Militare

Situato nella centralissima piazza Al-Tahrir, il Museo Militare sorge dentro un palazzo in stile occidentale abbastanza recente. All’interno sono raccolte collezioni di armi, mezzi da guerra, fotografie di conflitti e altre testimonianze delle varie battaglie che si sono combattute in Yemen dalle origini lontane della storia ad oggi.

In molti vedono in questo museo un indirizzo a senso unico che deve per lo più esaltare la classe politica dominante, ma storicamente è interessante vedere come questo piccolo Paese ha affrontato i vari periodi difficili della propria esistenza.

Parco Attan

Entrando in questo grande parco urbano di Sana’a si può perfino dimenticare di essere in un Paese arabo, a pochi passi da montagne aride e deserti. Il Parco Attan è una curatissima oasi verde, ricca di alberi ombrosi, prati curati e sentieri che regalano ore fresche e aria pulita a chi lo visita o vi trascorre qualche ora.

Situato nella zona della fiera Apollo Expo, su Via Al-Jazair, il parco è la meta preferita di chi cerca attimi di relax, di chi vuol fare pic nic, di chi organizza eventi e congressi durante le calde ore delle estati yemenite.

Piazza Al-Sabeen

Piazza Al-Sabeen ricorda il lungo assedio a cavallo degli anni 1967-68, durato 70 giorni, dopo il quale lo Yemen conquistò l’indipendenza e iniziò il proprio cammino come nuova nazione unita.

Oltre ad essere un ampio spazio adibito a incontri, manifestazioni, eventi, la piazza ospita al centro il bellissimo Memoriale al Milite Ignoto in onore dei caduti di tutte le guerre, un monumento di fattura moderna con una illuminazione precisa e anche essa innovativa, circondato da un parco; all’interno della struttura è ospitato un piccolo museo storico. Sulla stessa piazza si affaccia la grande moschea di Al-Saleh e pochi metri più avanti si trova il parco divertimenti a tema, Fun City.

Storia di Sana’a

Se sia stata fondata o meno dal figlio di Noè, Sem, non si potrà mai sapere nonostante le leggende che le persone continuano a tramandarsi ripetendo questa storia da secoli. Certamente però Sana’a ha una storia molto antica che risale a prima degli Arabi e dell’Islam, al periodo cosiddetto dei “Sabiani” (popolazioni di Saba), grazie ai quali deve il proprio nome, Sana’a che significa “ben fortificata”.

Nel 622 dopo Cristo, durante il periodo della diffusione dell’Islam di Maometto, la regione dello Yemen era un califfato e il califfo pose la propria sede di comando a Sana’a, proprio per via delle sue salde fortificazioni.

Tra i secoli VIII e X, Sana’a divenne il centro della bellezza e della cultura arabo-islamica, citata nei libri di geografia, di storia, di legge e di teologia di vari studiosi del tempo; la città fu un importante punto di riferimento (non solo commerciale) nel periodo che da noi corrisponde al Medioevo.

Divenne una capitale nel 1062, sotto la dinastia Sulahida ma mantenne la propria fama e ricchezza anche con i Saladini egiziani nel 1173 e, quando venne conquistata dai Turchi Ottomani nel XVI secolo, era una città molto importante per tutta l’area medio orientale.

I turchi rivoluzionarono l’aspetto di Sana’a ingrandendola, aprendo nuove strade e dando per la prima volta un piano urbano alle case e agli edifici pubblici; rimasero al potere fino al 1904 quando sopravvenne il “governo degli Imam” che però portò instabilità e lotte interne, sebbene aumentò il prestigio della città come centro di studi islamici. Fu un periodo di chiusura che terminò solo nel 1948 con Imam Ahmad che cercò di riaprire il regno al mondo ma allo stesso tempo spostò temporaneamente la capitale da Sana’a a Ta’izz.

Alla morte di Ahmad, nel 1962, Sana’a tornò ad essere capitale ma di uno stato diviso con le tribù del nord agguerrite e sostenute dall’Arabia Saudita alla conquista del potere, e il sud Yemen che vi si opponeva. Al termine della guerra civile e con la unificazione della nazione, tra il 1970 e il 1990, Sana’a ritrovò il proprio ruolo, la bellezza e il prestigio di una grande città capitale, in fase di espansione e modernizzazione.

I problemi iniziarono con la crisi dell’acqua, poi con le decine di rivolte e atti di terrorismo che dal 2000 rendono il Paese e la sua capitale costantemente sotto attacco. Dal 2017 la situazione sembra essersi un po’ normalizzata, ma i conflitti continuano periodicamente e Sana’a purtroppo spesso capita al centro di essi.

Per questo è molto importante prendere le dovute informazioni di sicurezza prima di avventurarsi in un viaggio verso questa bellissima e sfortunata città.