A Pantelleria si può ammirare tutto il fascino della Sicilia, su quest’isola si trovano tante località ricche di storia e panorami mozzafiato.
Una vacanza a Pantelleria permette di vivere un’esperienza indimenticabile, dove il divertimento e il buon cibo sono assicurati. Il turista qui si gode la piazza centrale, i negozi e tutte le attrazioni che rendono questa località turistica molto apprezzata.
Cosa vedere a Pantelleria
Da visitare il Lago Specchio di Venere: bacino di origine vulcanica dai colori incredibili ed alimentato in parte da sorgenti termali che sgorgano dalle rive sabbiose, possibilità d’ effettuare attività sportive, in primavera e in autunno il lago diventa osservatorio naturale della passa di numerose varietà d’uccelli.
Da non perdere il Parco della Montagna Grande, dove poter vedere tantissimi tipi di flora e fauna.
Acropoli di San Marco e Santa Teresa
Situata su due colline separate da una piccola vallata, colle San Marco e colle Santa Teresa, era la zona del potere sia in epoca punica che in epoca romana.
Gli scavi di San Marco hanno evidenziato un residuo di impianto urbano e alcuni pezzi di architettura che fanno pensare alla presenza di maestosi templi; sono state scoperte anche delle cisterne del II secolo avanti Cristo, tutte comunicanti tra loro a formare un efficiente impianto idrico. Furono invece costruite tra il IV e il III secolo avanti Cristo le mura, di cui restano alcuni imponenti blocchi, la strada situata sul versante occidentale e la scalinata che risale l’altro versante della vallata.
Anche sul colle Santa Teresa sono emerse parti di strade di epoca romana, mura del periodo punico e parti architettoniche che fanno pensare a importanti edifici pubblici come, infatti, solo una vera acropoli poteva sfoggiare.
Arco dell’Elefante
Monumento naturale scolpito dagli elementi atmosferici e dal mare, l’Arco dell’Elefante è una enorme roccia bucata dalle onde che vi hanno formato in mezzo un piccolo tunnel. Il risultato è che l’intero promontorio oggi appare come una testa di elefante che immerge la proboscide in acqua.
Negli anni questo arco di roccia è diventato il simbolo stesso di Pantelleria, anche perché domina una delle spiagge più turistiche dell’isola. Non è difficile da raggiungere, né via terra né a nuoto; in molti usano “la proboscide” per fare tuffi, altri si immergono per ammirare i suoi bei fondali. La spiaggetta che sorge ai piedi dell’Arco dell’Elefante è ben attrezzata per le famiglie con bambini.
Balàta dei Turchi
In siciliano “balàta” significa “lapide” e questa grande muraglia di roccia multicolore appare davvero come un lastrone di marmo a strapiombo sul mare. In realtà si tratta di colate laviche antiche sovrapposte ad altre rocce primitive, le quali creano tutte insieme un bel misto di colori che si riflettono sul mare.
Anticamente questo luogo era utilizzato dai pirati saraceni per sfuggire agli inseguitori dopo aver compiuto le loro razzie, da cui il nome “dei Turchi”; ciò avveniva perché il muraglione riparava la spiaggia sottostante dal resto della costa, garantendo loro un nascondiglio.
Una leggenda locale narra invece di una nave di pirati che tentò l’assalto all’isola proprio da qui, nel XVIII secolo, ma fu fermata dalla reazione inaspettata degli abitanti che catturarono i malfattori e li tennero prigionieri sotto la parete rocciosa. Per la gente di Pantelleria questo luogo è sacro perché qui fu ritrovata l’icona della Madonna della Margana, patrona dell’isola.
Cala Gadir
Cala Gadir, antico termine arabo che significa “nascosto”, è un centro termale derivato dall’attività vulcanica sommersa dell’isola di Pantelleria. In questo punto, infatti, convergono le acque dolci che scendono dagli antichi crateri e portano con sé un prezioso carico di minerali che le rendono curative.
Sgorgando alla temperatura di 50°, quando arrivano al mare scendono a circa 40°, il che le rende ottime per curare artrosi e reumatismi. Nelle vasche di raccolta inoltre cresce un’alga che interagisce con le acque termali rendendone i vapori perfetti anche per la cura di sinusiti e problemi polmonari. Cala Gadir è però anche un bellissimo sito di archeologia subacquea, dato che nei suoi fondali giacciono due relitti: uno di epoca punica e uno di epoca romana, a conferma che le terme erano sfruttate e conosciute già anticamente.
Cala Tramontana
Si trova all’opposto di Cala Levante, dove sorge l’Arco dell’Elefante, e come quella spiaggia anche questa è ben attrezzata per i bagnanti di ogni età. Qui la scogliera si immerge in un fondale che scende dolcemente per cui si adatta sia a chi ama le immersioni più profonde sia a chi vuole nuotare “dove si tocca”.
Da vedere a Cala Tramontana: il faraglione intorno al quale si immergono tutti i sub per ammirare i bellissimi coralli, e la fonte di acqua tiepida della Bìvura che però, nonostante il nome, non si può bere perché è formata da acque termali salate.
Castello di Pantelleria
Bellissimo castello normanno, del XII secolo, modificato in seguito nel 1535, questo maniero è conosciuto anche come Castello Barbacane dal termine che indicava anticamente il rinforzo delle mura difensive. Probabilmente il castello, situato all’imbocco del vecchio porto di Pantelleria, sorge su una fortificazione più antica, forse costruita dai Bizantini; già nel secolo XI, infatti, si scriveva nelle cronache e nei diari dei naviganti di “un grandioso castello” situato sull’isola.
In epoca borbonica (XVIII secolo) fu aggiunta una torre quadrata, Torre Santa Barbara, al torrione circolare preesistente e furono aggiunte anche ulteriori fortificazioni; nello stesso periodo, il castello un tempo residenziale venne trasformato in carcere e rimase tale fino al 1975. Oggi il castello ospita il Museo Archeologico di Pantelleria.
Dammusi
Le tradizionali case di Pantelleria, i dammùsi, nascono da un’intelligentissima ingegneria popolare che ha fuso insieme il cumulo e la cisterna. Il cumulo, copiato da antichissime sepolture, è nella forma esterna, quadrata con una piccola cupola appiattita in cima; la forma e lo spessore di cisterna invece sono stati riadattati per gli interni, che di fatto in passato contribuivano anche alla conservazione dei cibi, regolando bene la temperatura.
Il tetto del dammùso è fatto in modo da raccogliere l’acqua piovana per trasmetterla a una grondaia speciale che la convoglia nel pozzo interno, in tal modo le scarse piogge stagionali diventavano riserva d’acqua per tutto l’anno.
Gli interni del dammùso, che è sempre costruito con pietre locali, includono anche nicchie alle pareti e la ducchena, una panca di pietra sempre addossata alle pareti; se i dammùsi sono più di uno si collegano tra loro con un corridoio all’aria aperta, u passiaturi. Oggi i dammùsi vengono usati per far alloggiare i turisti.
Favare
Le Favare sono un’ottima idea per coniugare utile e dilettevole perché per raggiungerle si deve percorrere a piedi un interessante itinerario naturalistico, tra le località Tracino e Rekhale. Dopo un percorso di trenta minuti si raggiungono queste rocce fumanti, dalle quali sgorgano vapori di acque termali sotterranee, ulteriore conferma che il vulcanismo di Pantelleria è tutt’altro che esaurito.
Favara, in siciliano, significa “sorgente” e in effetti queste sarebbero sorgenti d’acqua se i gas vulcanici non la vaporizzassero. Seduti davanti alle Favare di Pantelleria si troverà sollievo a diversi problemi legati alla respirazione, ma attenzione a non avvicinarsi troppo perché in alcuni punti il vapore esce a oltre 100 °C.
Giardini Panteschi
Pantelleria è isola di venti forti e senza troppa protezione da parte degli alberi, in numero troppo ridotto. Non essendovi nemmeno vere montagne, le correnti d’aria qui dominano il paesaggio e potrebbero far danno alle piante delle coltivazioni se non esistessero i Giardini Panteschi.
Si tratta di recinti di forma circolare, in pietra, più alti delle piante che vi vengono coltivate dentro; lo scopo è proprio quello di proteggere le colture dai venti i quali, grazie anche alla forma tonda del fabbricato, passano oltre rapidamente e non si fermano, con mulinelli o simili, disturbando i dintorni. Dentro un Giardino Pantesco può crescere un piccolo frutteto, un mini vigneto ma anche un orto o un unico alberello.
Laghetto delle Ondine
Questo laghetto nasce dalle mareggiate, quando le onde alte del mare antistante si infrangono sugli scogli e schizzano dentro questa conca di pietra lavica.
Dato che questo succede quasi costantemente, durante l’anno, il laghetto delle Ondine è sempre pieno e appare come una piscina di acqua salata affacciata sul Mediterraneo; un Mediterraneo che proprio qui è profondissimo e ricco di correnti pericolose, dunque chi viene in visita al laghetto è bene che si limiti a fare il bagno solo lì dentro.
Al laghetto delle Ondine si arriva da località Punta Spadillo, oppure facendo un bel trekking da Cala Cinque Denti lungo i nuovi sentieri naturalistici realizzati dalla guardia forestale.
Lago Specchio di Venere
Un meraviglioso specchio di acque termali a cielo aperto, lago Specchio di Venere è una larga pozza verdeazzurra nata da un cratere vulcanico ormai spento.
Le acque sono tiepide e i fanghi del fondale sono ricchi di minerali e di proprietà curative. Infatti chi si immerge nel lago Specchio di Venere, oltre a nuotare in pieno relax, ama spalmarsi di fango prima di stendersi a prendere il sole; quando il fango si essicca e cade, la sensazione addosso sarà stupenda.
Montagna Grande
Questo grande cratere spento alto 836 metri sorge nel cuore dell’isola ed è oggi zona protetta dall’UNESCO perché conserva l’ultimo residuo di antica foresta pantesca. Coperto interamente di alberi di leccio e di pino, il cratere Montagna Grande è l’habitat che consente l’esistenza di ben otto specie di piante indigene, introvabili altrove, ed è anche rifugio di animali come la cinciallegra algerina e il beccamoschino.
Lungo i sentieri del bosco, che si possono percorrere con trekking organizzati, è possibile incontrare anche una specie rara di tartaruga di terra: la tartaruga greca. Dalla cima di Montagna Grande si gode un panorama aereo completo di Pantelleria.
Parco Archeologico dei Sesi
I “sesi” nel dialetto pantesco sono i cumuli di pietra, che si trovano un po’ ovunque sull’isola. Ma nella contrada che va da Cimillia a Mursia questi cumuli sono speciali, al punto che è stato fondato un parco per proteggerli: il Parco Archeologico dei Sesi.
I cumuli qui formano dei megaliti circolari coperti con cupole, quasi degli antenati dei dammùsi, ma con funzione di sepolcro; non si sa chi li abbia costruiti, probabilmente popoli di origine africana. Il monumento che si è conservato meglio è il Sese Grande, forse la tomba di uno dei signori di quella comunità, alto cinque metri e ampio tanto da contenere dodici celle e dodici corridoi.
Porto di Scauri
Anticamente il porto di Scauri era l’approdo principale di Pantelleria, usato per secoli dagli antichi Romani. Oggi è un romantico luogo turistico, ricco di locali, negozietti e servizi di accoglienza che attirano visitatori da tutto il mondo; viene ancora usato come porto, ma solo per imbarcazioni private.
La bellezza di Scauri è che è forse l’unico luogo di Pantelleria ad essere ben riparato dai venti, ma essendo affacciato a occidente non viene risparmiato quando soffia lo Scirocco; soltanto in quel caso le mareggiate possono diventare un problema per chi passeggia sul lungomare o per chi ormeggia la barca in zona. Al largo del porto di Scauri, gli amanti delle immersioni potranno esplorare un relitto del V secolo dopo Cristo.
Sauna Naturale di Sibà
Si tratta di una vera e propria sauna, creata dagli sfiati di vapori caldi sotterranei situati in una grotta del tutto naturale. La gente del posto la chiama “il Bagno Asciutto di Benikulà”, dal nome della grotta in cui il fenomeno ha luogo.
L’ambiente roccioso è accessibile da un unico ingresso, una frattura di faglia, che immette in una grotta a due ambienti: il primo è una zona arieggiata e panoramica, usata come “frigidarium”, il secondo ambiente è una camera calda dalle cui pareti escono soffi di vapore che sfiorano i 40 °C.
Esporsi a questi vapori dona sollievo in casi di sinusiti croniche o dolori articolari e reumatici ma consente anche di godere dell’azione del vapore come in una vera sauna nordica. La contrada Sibà, dalla quale si accede alla grotta della sauna naturale, si trova ai piedi della Montagna Grande.
Attività da fare a Pantelleria
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Storia di Pantelleria
Pantelleria è stata da sempre approdo di fortuna e rifugio per i naviganti del Mediterraneo. Era abitata sicuramente dai tempi del Neolitico ma le popolazioni che vissero lì nella preistoria abbandonarono l’isola per ragioni sconosciute, e per diversi secoli. Quando i Fenici vi approdarono, fondando la città di Cossyra, l’isola era infatti disabitata e la loro civiltà poté prosperare al punto da essere adocchiata dai Romani, come terra di conquista, nel III secolo avanti Cristo.
Dal 217 avanti Cristo all’anno 540, Pantelleria fu colonia romana e punto strategico molto utile per le guerre e per i commerci dell’impero; nel VI secolo, passando con l’impero bizantino, l’isola venne praticamente ignorata e lasciata all’abbandono.
Conquistata dagli Arabi nel 700, divenne parte dell’Emirato di Sicilia e il suo paesaggio venne trasformato con importanti migliorie architettoniche (i dammùsi) e agricole (muretti a secco, giardini panteschi), rendendola una terra molto produttiva, specie per la coltivazione e lavorazione del cotone.
Nel 1123 Pantelleria divenne colonia normanna e, circa due secoli dopo, un principato privato della famiglia Requesens; il passaggio dal medioevo all’età moderna, sull’isola, fu caratterizzato da continui assalti di pirati e da saccheggi, a volte molto cruenti; nel Cinquecento, il corsaro Dragut entrò nell’isola, uccise metà degli abitanti e ridusse in schiavitù l’altra metà. Dopo questo devastante attacco si decise di fortificare l’isola con la ricostruzione dell’antico castello Barbacane e l’aggiunta di nuovi muraglioni.
Dal Settecento al Novecento, Pantelleria ospitò un carcere di massima sicurezza e fu provvista di nuove fortificazioni in vista delle guerre durante l’era fascista; di fatto fu una delle prime terre a essere coinvolte nei combattimenti della seconda guerra mondiale e vide uno dei primi sbarchi degli Alleati.
Nel 1975 venne chiuso il carcere e l’isola trovò un nuovo importante sviluppo grazie alla viticoltura e al turismo.