Borgo medievale immerso nel verde dell’Umbria, in provincia di Terni, diventato negli ultimi anni una piacevole destinazione turistica e che racconta una storia antica, ricca di leggende e misteri.
In virtù dei suoi romantici panorami, della quiete che aleggia sulle colline circostanti e delle accoglienti strutture ricettive si rivela un’ottima scelta per vacanze di relax totale.
Lo stemma della città raffigura un Grifone, creatura leggendaria con il corpo di leone e la testa d’aquila, poiché si racconta che Perugia e Narni si coalizzarono per sconfiggere questa creatura mostruosa che si trovava tra le due città. Dopo averlo ucciso, Perugia conservò la pelle del Grifone, Narni le ossa, perciò il simbolo della città è di colore bianco.
Pur essendo una meta meno conosciuta rispetto ad altre in Umbria, Narni ha ispirato sin dal passato personaggi come D’Annunzio, che le ha dedicato dei versi ne “La città del silenzio” ed è diventata celebre negli ultimi anni grazie a Le Cronache di Narnia, la serie di romanzi fantasy di Clive Staples Lewis che usa l’antico nome latino del borgo.
Cosa vedere a Narni
Gli scorci più caratteristici sono presenti non solo nel centro storico, ad esempio il Ponte di Augusto si trova a Narni Scalo ed è stato costruito in epoca romana per attraversare il fiume Nera. Risale al I secolo a.C. e oggi rimane solo un’arcata, restaurata negli ultimi anni. Questo ponte è considerato un classico dell’architettura romana e in origine univa i monti Corviano e Santa Croce.
Le principali attrattive di Narni sono tuttavia le chiese, i santuari e i sotterranei della città. Per un itinerario originale è consigliata una visita all’Abbazia di San Cassiano, situata sulle pendici del monte Santa Croce, caratterizzata dallo stile tardo medievale e restaurata negli anni settanta, un luogo che offre un panorama naturale di rara bellezza.
Il Museo Eroli era in origine la dimora nobiliare dell’omonima famiglia nel XVII secolo e oggi ospita reperti di varie epoche, tra cui la pala d’altare dell’Incoronazione della Vergine del Ghirlandaio; negli spazi del museo si trova anche la biblioteca Giovanni Eroli dove periodicamente vengono organizzati eventi culturali.
Riguardo invece i sotterranei di Narni è possibile prenotare una visita guidata che attraverso il convento di San Domenico conduce i visitatori nei meandri della storia narnese ed è un’opportunità unica per una vacanza davvero emozionante: grazie agli scavi archeologici è stata scoperta una cripta del XII secolo e l’abside di quella che un tempo era la cattedrale della città, Santa Maria Maggiore.
In alcuni periodi dell’anno è possibile effettuare anche la visita all’acquedotto della Formina, risalente al 27 d.C. Il tour è avventuroso perché si attraversano cunicoli e si percorrono scale a chiocciola scavate nella roccia, perciò è indispensabile la prenotazione e seguire i consigli degli organizzatori.
Castello di San Girolamo
Nasce come convento benedettino femminile nel XIII secolo, ma nel 1471 viene riconvertito in convento per i frati minori francescani e verrà utilizzato come monastero e come istituto di istruzione religiosa fino al XIX secolo. Dopo la chiusura degli ordini, il convento passa nelle mani del Comune di Narni e in seguito viene acquistato dal conte Valbranca, che lo restaura dandogli l’attuale forma di castello merlato.
Usato nuovamente come collegio ad inizio novecento, viene chiuso negli anni ottanta e solo dal 2010 è stato ricomprato dalla diocesi che intende farne un centro di accoglienza turistica. Del primo convento medievale si possono ammirare ancora oggi: la chiesa, la base del campanile, alcuni dipinti e affreschi e altri oggetti d’epoca custoditi all’interno.
Mulino dei Marchesi Eroli
Pur essendo un monumento importante di suo, il Mulino dei Marchesi Eroli ha una notevole eco turistica per essere situato a ridosso dell’antichissimo ponte romano di Augusto, sul corso del fiume Nera.
La costruzione attuale risale al medioevo ma il mulino è sicuramente uno dei più antichi d’Italia, perché funzionante già in epoca romana; oggi non macina più il grano, viene utilizzato invece per ricevimenti, banchetti ed eventi culturali sfruttando gli ambienti molto grandi e il bellissimo giardino che comprende anche la campata del Ponte di Augusto. Il Mulino dei Marchesi Eroli, che ne sono ancora adesso eredi e proprietari, comprende anche un B&B.
Mura
Le mura di Narni sono arrivate a noi solo in parte. Si trattava di una imponente doppia cinta muraria medievale, parzialmente distrutta dal tempo e dalle guerre, per cui oggi se ne salvano soltanto alcune porzioni, per lo più a ridosso delle porte ancora esistenti.
Si può ammirare la doppia cinta muraria di Narni accanto a Porta della Fiera, Porta Polella, Porta Ternana, Porta Romana e sulla via che conduce alla Rocca Albornoz; al culmine delle mura si eleva Porta Pietra con il suo maestoso arco a tutto sesto.
Piazza Garibaldi
Il cuore storico di Narni è oggi piazza Garibaldi, ex piazza del Lago. Qui, fin dall’epoca romana, esisteva una cisterna gigante per la raccolta dell’acqua piovana, da cui l’antico nome, che oggi viene ricordata in misura ridotta dalla fontana centrale (cinquecentesca).
Dominano la piazza edifici molto antichi, tra cui la Torre Medievale, il portale romanico del duomo e il palazzo del vescovo. Qui si incontrano le principali vie cittadine e da qui parte la strada che attraversa il quartiere Monte fino ad arrivare alla Rocca Albornoz.
Ponte Cadorna
Per ammirare ponte Cadorna bisogna letteralmente andarlo a cercare nel fitto della vegetazione che circonda Narni. Il ponte ha duemila anni, infatti è un’opera romana di dimensioni ridotte ma di notevole efficienza, al punto che è giunta a noi quasi intatta.
Trovandosi davanti questo piccolo arco di pietra sommerso dal bosco potrebbe sembrare tutto tranne che un monumento, eppure è importantissimo: cade proprio qui, infatti, il centro geografico assoluto d’Italia, il cuore più profondo della nazione.
Ponte di Augusto
Di questo maestoso ponte che scavalca le gole tra monte Corviano e monte Santa Croce si possono ancora ammirare gli archi laterali e alcuni piloni, mentre la parte centrale è crollata prima del 1055.
Lungo, in origine, circa 160 metri e alto 30, aveva una solida struttura in muratura rivestita di bugnati, di marmi e di cornici che gli davano un aspetto elegante ma anche possente. Le parti crollate si possono ancora ammirare lungo il fiume Nera e stupisce il fatto che le pietre non si siano sgretolate, segno che erano state saldate insieme con grande maestria. Parte della campata superstite del ponte oggi fa parte del parco del Mulino dei Marchesi Eroli ed è la principale fonte di attrazione di chi lo utilizza per eventi, soggiorni e ricevimenti.
Porta della Fiera
Venne edificata nel 1557, per completare la costruzione della nuova cinta muraria in sostituzione di quella distrutta nel 1527 dai Lanzichenecchi.
Nota anche come Porta San Vittore per via di una chiesetta che sorgeva poco lontano, e che fu totalmente distrutta, oggi si presenta ancora con il grandioso arco bugnato a tutto sesto e con i pilastri originari; è visibile il binario su cui scorreva l’antica saracinesca, mentre il frontale è ormai andato perduto in un crollo. Nei pressi sono ancora visibili i resti delle prime mura difensive romane.
Porta delle Arvolte
Costruita tra il 1471 e il 1492, Porta delle Arvolte (o Ternana) mostra ancora oggi la splendida architettura del tempo, in parte modificata nel XIX secolo. Faceva parte di un bastione situato ad angolo, a cavallo tra le mura di valle e quelle che salivano verso la rocca, del quale restano oggi solo i torrioni laterali della porta stessa.
Bellissimo il bugnato a punta di diamante; la merlatura in cima sembra più profonda perché nell’Ottocento la porta venne rialzata di alcuni metri verso le feritoie, andando quasi a unirsi ad esse.
Porta Polella
Una delle ultime testimoni di Narni come era prima dell’invasione distruttiva del Lanzichenecchi (1527). La porta, infatti, risale al XIV secolo e presenta ancora lo stile architettonico del tempo, caratterizzato soprattutto dall’arco a sesto acuto.
Si trovava all’ingresso del quartiere delle fiere, che era anche il primo a cui accedevano i forestieri in arrivo, dunque era dotata di un punto di dogana.
Rocca Albornoz
Nata come insediamento difensivo al tempo di Federico II, fu trasformata in convento e poi, nel 1367, nuovamente in fortezza per volere del cardinale Egidio Albornoz. Si trova in cima al colle che domina l’abitato di Narni, ma ha anche ottima visuale sulla via che conduce a Perugia e sulla Flaminia, dal lato opposto, che porta fino a Roma, per cui era un punto di osservazione strategico e privilegiato.
La rocca si presenta ancora oggi di forma quadrata, con cortile interno, e quattro torrioni angolari di cui uno, il più grande, è il maschio. Nel tempo si è perso il fossato che circondava la rocca e naturalmente anche il suo ponte levatoio. La rocca, che fu anche residenza illustre di alti prelati e personaggi storici, oggi si raggiunge facilmente sia in auto che a piedi, dalla piazza Garibaldi al centro di Narni.
Storia di Narni
La zona in cui oggi sorge Narni è stata abitata da sempre, sono infatti numerose le tracce di epoche preistoriche. Dal tempo delle tribù Osco Umbre, è nota la presenza di un centro urbano chiamato Nequinum che, grazie alla sua posizione interessante in cima alle colline che dominano la regione ternana, divenne ben presto mira di molti eserciti.
Fu colonizzata dai Romani nel IV secolo avanti Cristo e il nome Nequinum, che in latino suonava come “non posso”, fu cambiato in Narnia (dal fiume Nar, attuale Nera) per buon auspicio.
Con i Romani al potere, Narnia divenne un centro importante non solo per la sua posizione a monte ma anche per il porto fluviale sul Nera costruito a valle e che per molti anni consentì commerci e benessere tra diverse zone dell’Italia centrale. A Narnia nel 30 dopo Cristo nacque l’imperatore Nerva.
L’importanza di Narnia durante il medioevo divenne notevole al punto che appare in tutti gli atlanti dell’epoca accanto alle più grandi città italiane; proprio consultando un antico atlante medievale lo scrittore Walter Hooper lesse questo nome e gliene piacque il suono tanto da farlo diventare il luogo incantato del suo racconto Le Cronache di Narnia (1954).
Verso la fine del medioevo probabilmente Narnia cambiò il nome, volgarizzandolo in Narni ed è rimasto tale da allora.