Lecce

Lecce, situata nel cuore del Salento, è una città d’arte dove a ogni angolo è possibile vedere edifici in stile barocco e monumenti molto maestosi.

L’imponenza degli edifici è in netto contrasto con la semplicità dei cittadini, persone accoglienti, socievoli e sempre con il sorriso sulle labbra, e forse è proprio in questi contrasti che sta la bellezza di Lecce: una città che ammalia con i suoi antichi tesori racchiusi all’interno delle mura, ma che fa innamorare anche del suo meraviglioso mare, situato a circa una decina di chilometri di distanza dal centro.

A Lecce sono presenti numerosi hotel in cui poter soggiornare, ma il consiglio è di sceglierne uno in pieno centro, in modo da potersi muovere direttamente a piedi e di andare alla scoperta di tutti i segreti che questa città salentina offre. Il centro può essere raggiunto in auto, ma trovare parcheggio qui è piuttosto difficile. Proprio per questo motivo sarebbe preferibile optare per un hotel con parcheggio privato.

Cosa vedere a Lecce

Lecce è la regina del barocco, una città luminosa nel vero senso della parola, scintillante di pietra bianca e di antichissimi monumenti dell’era Messapica. Si viene a Lecce soprattutto per respirare arte, ma anche per scoprire il suo mare (che dista dodici chilometri, ma perfettamente collegato al centro) e la natura che circonda le sue periferie.

Situata sul “tacco” d’Italia, domina una vasta pianura fertile che si apre sul fondovalle compreso tra le alture delle Murge e quelle delle Serre Salentine; la famosa pietra bianca di cui la città è costituita arriva dalle rocce carsiche circostanti, pietre morbide scavate da canali sotterranei e dalle piogge di superficie.

Lecce è una magia di volti e fiori di pietra, di colori greci, di maestose chiese e di piazze ombreggiate da palazzi elegantissimi, custodi di un’anima mediterranea che aleggia ancora intorno.

Abbazia di Santa Maria di Cerrate

Questo luogo anticamente (nel secolo XII) era una regione di caccia favorita dai nobili come Tancredi d’Altavilla. Proprio a lui, durante una battuta, apparve la Madonna tra le corna di un cervo che stava per uccidere e gli chiese di costruire qui il suo tempio. La “Madonna Cervata”, da cui Cerrata o Cerrate, è oggi uno splendido esempio di costruzione in stile gotico otrantino e comprende una chiesa e il corpo dell’antica abbazia, il tutto situato sulla via che collega Lecce a Squinziano e Trepuzzi.

Dopo quattrocento anni l’abbazia e la chiesa furono abbandonate e l’edificio divenne una fattoria molto ricca che di fatto subì diversi attacchi, l’ultimo quello fatale nel 1710 da parte dei pirati. Recuperata dopo un lungo tempo di degrado negli anni Sessanta del XX secolo, divenne prima proprietà provinciale e poi affidata al Fondo Ambiente Italiano. Gli interni della chiesa erano ricchissimi di affreschi trecenteschi, molti dei quali sono oggi conservati presso il museo dell’Abbazia.

Anfiteatro romano

Quella terra strappata ai Messapi e ai Greci, per i Romani fu un tesoro da proteggere. Lo sapeva bene Augusto che, prima ancora di divenire il grande imperatore, ebbe con Lecce (o Lupiae, come era nota allora) un rapporto intenso. Fu lui a donare alla gente del posto ben due luoghi di svago: il teatro e l’anfiteatro.

Il tempo, gli eventi naturali e umani cancellarono l’antica città e le nuove costruzioni sorsero sopra il ricordo di quelle antiche, per questo l’Anfiteatro Romano di Lecce si trova oggi al centro di piazza Sant’Oronzo, dove fu riportato alla luce per caso ad inizio XX secolo, durante dei lavori stradali.

Il recupero del monumento si protrasse per quarant’anni e non fu comunque possibile ritrovarlo tutto, dato che in parte è sepolto sotto la città nuova. Le rovine visibili sono in ottimo stato: le gradinate, i tunnel che vi corrono sotto, il porticato, i pilastri. Nell’insieme l’anfiteatro doveva misurare 102 metri per 83 metri, con un’arena da metri 53 metri per 34metri e una capienza di oltre 20.000 persone. Oggi si può ammirare solo un quarto di questo immenso stadio, prezioso abbellimento della piazza principale della città.

Basilica di Santa Croce

La Basilica Vaticana Minore di Santa Croce è il simbolo per eccellenza di Lecce e del suo spettacolare barocco. Da lontano sembra ricamata a mano, come se la pietra fosse stata un filo con cui creare meravigliose immagini sovrapposte, interrotte solo da quell’ampio rosone che affonda tra i bassorilievi. Edificata sui resti di un convento trecentesco, la costruzione si protrasse per quasi due secoli (XVI e XVII), per un progetto ambizioso che voleva riscattare un quartiere un tempo abitato da famiglie ebree.

Molte case furono abbattute per far spazio a questa enorme chiesa, la cui facciata barocca fu aggiunta soltanto a edificio completato, tra il 1606 e il 1640: la parte inferiore della chiesa è piuttosto semplice, più vicina allo stile classico che al barocco, il quale entra lentamente a partire dai capitelli della prima fila di colonne. Il rosone di tipo romanico è circondato dall’espressione massima della scultura barocca, una “pesantezza” di decorazioni che nell’insieme crea quello stile vivo e unico che alla fine piace.

L’interno un tempo era molto ampio, diviso in cinque navate. Oggi due navate sono state trasformate in cappelle e le dimensioni della chiesa si sono ridotte, ma ogni cappella presenta decorazioni sfarzose che ne ricordano comunque la grandezza; su ogni navata si aprono sette cappelle minori.

Da ammirare inoltre l’altare maggiore del Settecento (ma portato qui da un’altra chiesa nel 1956) l’altare seicentesco di San Francesco di Paola nella omonima cappella, opera di Zimbalo, e l’organo a canne, capolavoro dei Fratelli Ruffiati datato 1961.

Castello di Carlo V

Il Castello di Lecce, o di Carlo V, è un monumento importante per diverse ragioni. Se Carlo V non avesse dato ordine di costruire questo grande maniero, abbattendo il convento dei Celestini e l’antica chiesa di Santa Croce, oggi Lecce non avrebbe avuto forse la basilica omonima e ricca di dettagli barocchi. Forse non ci sarebbe affatto Lecce, dato che il castello garantì alla città la massima difesa contro assedi e attacchi dal mare.

Questo castello è importante perché domina la città e la abbellisce con un edificio ricco di storia. Fu costruito tra il 1539 e il 1549, con possenti mura e torrioni, e con tre porte di cui una “falsa” per ingannare il nemico; oggi è rimasta aperta soltanto la prima, Porta Reale. Il castello aveva anche un fossato e due ponti levatoi, oggi scomparsi dopo che nel XIX secolo il fossato venne interrato.

Dopo l’Unità d’Italia il castello divenne prigione e caserma, infine nel XX secolo fu ceduto al Comune di Lecce e oggi ospita eventi culturali e gli uffici dell’Assessorato alla Cultura. L’architettura del castello è tipica delle fortezze del Cinquecento: quattro bastioni a punta per proteggere la costruzione da attacchi da ogni direzione, una grande corte interna e degli spazi più stretti appena al di sotto delle mura, a circondare l’edificio centrale.

Alcuni scavi hanno messo in luce testimonianze di un nucleo molto antico di una fortificazione precedente, forse databile intorno al XIII secolo, come tra l’altro appare di quella stessa epoca la base della torre centrale interna al castello.

Centro storico

Definire il centro storico di Lecce una bomboniera è ancora troppo poco, perché la sua bellezza va molto oltre la raffinatezza di certi oggetti preziosi. Camminare tra le sue vie fa sentire come dentro una vertigine che mescola stili spagnoli e greci, mentre il barocco e la luce della pietra bianca travolgono letteralmente chi li ammira.

Tantissimi i palazzi e monumenti da ammirare, tra cui i più importanti sono sicuramente la basilica di Santa Croce, il Palazzo Adorno e la Piazza Sant’Oronzo sulla quale si aprono sia l’anfiteatro romano che i vicoli che conducono al castello.

Si trovano in centro Il Sedile, l’elegante loggetta gotica un tempo sede del Municipio, le porte cinquecentesche volute da Carlo V insieme alle mura difensive (Porta Vecchia, Porta San Biagio, Porta Napoli, Porta Rudiae), la Torre del Parco, il Teatro Romano, il Teatro Paisiello (XVIII secolo), il Palazzo Vescovile, il Palazzo del Seminario, l’antichissimo Palazzo Vernazza, il cinquecentesco Palazzo Carafa e il Convento dei Gesuiti. Da non perdere una visita alla romantica Fontana dell’Armonia (1927).

Duomo

Il cuore della città di Lecce è il duomo di Santa Maria Assunta, edificato nel XII secolo e ampliato secondo lo stile romanico cento anni più tardi. Nel 1659 il vescovo diede incarico all’architetto Giuseppe Zimbalo di “modernizzare” il duomo secondo i dettami dell’allora nuovo stile barocco che tuttavia non intaccò la struttura romanica originaria; i lavori furono conclusi nel 1670 donando alla chiesa la forma che vediamo ancora oggi.

Stranamente, la facciata principale che guarda alla piazza ha uno stile semplice, poco appariscente, mentre è riccamente barocco il portale laterale con lesene, colonne, fregi, bassorilievi e altre stranezze tipiche di quello stile. Completa il tutto il campanile, alto settanta metri, di cinque piani che termina con una cupola maiolicata.

Dentro sono da ammirare il soffitto ligneo della navata centrale, i due organi a canne del XX secolo, i dodici altari laterali riccamente decorati che conducono alla meraviglia dell’altare maggiore settecentesco, in bronzo e marmo, con le grandi tele di Oronzo Tiso a fare da abbellimento intorno.

Piazza Sant’Oronzo

Il centro, il cuore, il salotto bello di Lecce è questa piazza bianca dominata dall’obelisco con la statua del santo patrono Oronzo, che rivolge il proprio sguardo al potere cittadino. Di fronte, infatti, sorge “Il Sedile”, l’antico municipio in stile gotico, con accanto la cappelletta di San Marco, costruita da alcuni mercanti veneti spesso di casa a Lecce.

Poco distante si apre l’anfiteatro romano, riportato alla luce durante alcuni lavori di scavo a inizio Novecento. La piazza è abbellita anche dalla chiesa di Santa Maria della Grazia, semplice in esterni ma ricchissima di decorazioni e quadri barocchi all’interno; qui si può ammirare anche un affresco del XIV secolo, la Vergine con Bambino.

Attività da fare a Lecce

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Come muoversi a Lecce

In estate i turisti affollano le spiagge salentine soggiornando a Otranto, Gallipoli e Torre dell’Orso, solo per citare le località più gettonate. Il turista che non conosce il Salento oltre il mare spesso decide di visitare Lecce e i capolavori del barocco leccese, ma il primo problema che incontra, venendo a Lecce in macchina, è decidere dove parcheggiare.

Il consiglio è quello di utilizzare i parcheggi di scambio e i bus navetta che portano direttamente in centro senza difficoltà e con un unico biglietto.

Inutile avventurarsi in macchina per le vie della città, perché i parcheggi sono tutti a tariffa oraria e una sosta di appena qualche ora risulterebbe piuttosto cara.

Parcheggi di scambio di Lecce

Fortunatamente Lecce è provvista di tre aree parcheggio di interscambio con servizio navetta. Quindi, chi decide di arrivare a Lecce in auto può parcheggiare e proseguire la visita della città tramite gli autobus di linea (30 e 31) o con navetta.

Di seguito i tre parcheggi di interscambio di Lecce dove poter parcheggiare la propria automobile:

  • Parcheggio del Foro Boario
    Situato all’ingresso nord della città, in Via Carmelo Bene, ideale per chi proviene da Brindisi. Servito dal servizio navetta rossa con otto passaggi all’ora.
  • Parcheggio di Carlo Pranzo
    Posto all’ingresso nord della città, in Via Calasso. Sosta a pagamento, parcheggio scoperto che accoglie sia auto che camper. Poco distante da Porta Napoli, antica porta di accesso al centro storico di Lecce. Servito da navetta rossa con otto passaggi all’ora.
  • Parcheggio di Via Torre del Parco
    È all’ingresso della città per chi viene da Maglie, Otranto o Gallipoli, ingresso dalla superstrada di Maglie. Servito dal servizio navetta blu con sei passaggi l’ora.

Questi tre parcheggi si trovano tutti in punti strategici. Sono parcheggi molto grandi dove non si ha difficoltà a trovare posto e da dove si può raggiungere il centro in pochi minuti grazie ai bus navetta. Il costo del solo parcheggio è di € 0,50 per un’ora, mentre la tariffa giornaliera (comprensiva di parcheggio e bus navetta) è di € 1,50.

I bus navetta collegano le periferia al centro cittadino e passano con una frequenza di dieci minuti. Le fermate dei bus navetta e i rispettivi orari sono indicati sul sito della SGM, la società che gestisce i trasporti urbani nel capoluogo salentino.

Dal 2010 è attivo il servizio Telepark che permette di pagare la sosta tramite una semplice telefonata. Per utilizzare questo servizio è necessario acquistare una Parkcard presso le edicole, tabaccherie o bar della città.

Cosa mangiare a Lecce

La lista di piatti tipici salentine è talmente lungo che per citarli tutti ci sarebbe bisogno di un’enciclopedia, ma quelli più famosi sono sicuramente i seguenti: pasticciotti, orecchiette alla leccese, ciciri e tria, pezzetti di cavallo al sugo, fae nette e cicureddhe, purpu alla pignata e la puccia.

Orecchiette alla leccese

Le orecchiette con la ricotta forte sono un piatto tipico soprattutto leccese, ed è realizzato con alcuni dei prodotti della terra salentina tra i più apprezzati: le orecchiette, una pasta fresca tipica della Puglia e la ricotta forte, un formaggio stagionato cremoso dal sapore leggermente piccante e dal gusto molto deciso.

Le orecchiette sono una pasta ottenuta dalla lavorazione della farina di grano duro, acqua e sale. Facevano parte del ricco repertorio di ricette contadine e piatti poveri che si trovavano anche sulle tavole dei più poveri, proprio perché poco dispendiose, come le fave e cicorie, altro piatto salentino di punta.

Le orecchiette con la ricotta forte sono un piatto che i turisti in possono degustare nei ristoranti di Lecce e provincia, proprio perché legato alla cucina tradizionale e molto caro ai salentini.

Ingredienti delle orecchiette alla Leccese (per quattro persone)

  • 400 grammi di orecchiette
  • Una bottiglia di passata di pomodoro
  • Ricotta forte (due cucchiaini da caffè)
  • Olio extravergine di oliva
  • Sale
  • Cipolla

In una casseruola preparare il sugo facendo soffriggere la cipolla tagliata a pezzetti, versandovi successivamente l’intero contenuto della bottiglia di passata di pomodoro. Nel frattempo mettere a cuocere le orecchiette in acqua salata.

In un salta pasta mettere la metà del sugo e aggiungere due cucchiaini da caffè di ricotta forte, far sciogliere a fuoco lento, fino a che la ricotta forte non si sarà amalgamata al sugo, attenuandone il colore rosso.

A questo punto sarebbe preferibile assaggiare il sugo così preparato, per vedere se il sapore è troppo forte o può andare bene per il proprio palato. Se la ricotta forte non si sente ancora abbastanza se ne può aggiungere dell’altra a piacimento.

Adesso si possono aggiungere le orecchiette che verranno saltate in padella per due minuti, fino a che il sugo non si sarà amalgamato per bene: ora sono pronte per andare in tavola ed essere gustate.

Storia di Lecce

Secondo la leggenda, Lecce nacque da Malennio, discendente diretto di Minosse.

Ma i dati raccontano di una regione popolata fin dall’era dei Messapi (VII secolo avanti Cristo) e che era giunta al tempo dei Romani abbastanza grande da essere fortificata; tuttavia non poté resistere alla conquista che dal III secolo avanti Cristo durerà fino all’anno 542, quando gli Ostrogoti prima e i Saraceni poi entrarono nel territorio.

L’antica e gloriosa Lupiae cadde in un degrado pesante, dal quale la risolleveranno i Normanni nel XII secolo.

In particolare fu Tancredi di Altavilla, signore di Lecce e in seguito Re di Sicilia, a rendere importante la città grazie ai matrimoni politici dei figli che legarono il Salento alle grandi potenze circostanti (Taranto e Brindisi) creando una provincia di notevole peso economico.

Nel 1463 la città passa col Regno di Napoli godendo tuttavia di una certa autonomia, essendo “demanio reale” diretto, e da questo momento inizia il suo periodo migliore.

Le fortificazioni la difendono contro gli assalti stranieri dal mare, il commercio con Venezia e l’Oriente la arricchiscono e risalgono a questo periodo (XVI e XVII secolo) le più belle opere di architettura e di arte in città.

Le rivolte popolari e la peste, a fine secolo XVII fanno precipitare Lecce in un periodo spento e difficile, da cui si risolleva con la dominazione Borbonica nel XVIII secolo.

Dopo circa un secolo, il Regno di Napoli e dunque anche il Salento e Lecce entrano automaticamente nel Regno d’Italia e cinque anni dopo Lecce diventa capoluogo della omonima provincia.


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