Tricase è una cittadina di circa 18.000 abitanti situata nella parte orientale del Salento che, grazie al suo centro storico e alla natura che la circonda, è una meta turistica molto apprezzata.
Non mancano itinerari naturalistici, verdi spazi dove respirare area pura e mare cristallino dove immergersi lasciando alle spalle lo stress e i rumori della città. Inoltre, da Tricase si possono facilmente raggiungere altre località salentine.
Qui il costo della vita non è affatto alto ed è possibile trovare varie tipologie di alloggio spendendo poco.
Cosa vedere a Tricase
Sicuramente da visitare è il centro storico di Tricase con i suoi antichi palazzi. Di notevole prestigio godono anche le chiese, ve ne sono svariate e tutte molto caratteristiche
L’aspetto paesaggistico è un altro importante punto a favore di Tricase, grazie alle tante spiagge, alle acque limpide che la bagnano e all’area naturale chiamata Boschetto di Tricase: habitat ideale per la Quercia Vallonea e rappresenta un vanto in Europa per gli esemplari che vi custodisce, il più maestoso e datato ha un tronco di 4,25 metri, risale a più di 700 anni fa ed è stato ribattezzato Quercia dei Cavalieri.
Merita una visita anche il canale del Rio, un’insenatura di origine naturale che finisce dritto sul mare: un posto molto suggestivo. Il canale divide in due le rocce e la vegetazione e nei secoli ha ispirato leggende e storie di diverso tipo.
Abbazia di Santa Maria del Mito
Abbazia molto interessante da visitare, la sua fondazione è datata tra l’VIII il IX secolo e fu voluta da monaci italo-greci.
Castello Capece
Una costruzione piccola e tozza ma di grande valore, il castello Capece (detto anche castello di Lucugnano) nasce come ampliamento a scopo residenziale dell’antico torrione normanno, già noto alle cronache nel 1094.
Oggi accanto al torrione sorge la parte “nuova”, settecentesca, del maniero aggiunta proprio per rendere l’edificio abitabile ai nuovi signori che lo acquisirono ad inizio secolo, dopo una serie infinita di scambi feudali e un lungo periodo di abbandono.
Nel XIX secolo la struttura fu in parte abbattuta per costruire un nuovo palazzo, Palazzo Comi, che oggi sorge a fianco del maniero. Due terzi del castello di Lucugnano sono ancora oggi residenza privata, mentre la parte destra è stata usata come ristorante e come sala per eventi, prima di essere chiusa.
Castello dei Trane
Conosciuto anche come castello di Tutino, dal nome del villaggio in cui è situato, originariamente doveva essere una fortezza maestosa. Se quel che resta oggi è solo la minima parte di quel che era nel XV secolo, quando fu edificato, si capisce che le dimensioni erano davvero imponenti.
Le cinque torri quadrate che delimitano le sue possenti mura, collegate da un cammino di ronda, sono le superstiti di un numero molto più elevato di torrioni, oggi scomparsi; le fondamenta a scarpa indicano la sua inattaccabilità. Il fossato un tempo pieno d’acqua rimane ancora oggi, anche se vuoto, a testimoniare la grandiosa difesa di quel tempo.
La facciata principale fu aggiunta nel XVI secolo cancellando la porzione di fossato che vi passava innanzi. Fu possedimento baronale fino agli inizi del XX secolo, e ancora porta il nome della famiglia Trane; quindi fu comprato dai Gallone e poi dai Caputo, commercianti di tabacco che utilizzarono il castello proprio per la lavorazione delle foglie fino al 1970 circa. Nei primi anni duemila, il castello è stato recuperato e trasformato in un centro culturale e di eventi di spettacolo.
Castello dei Winspeare
Conosciuto anche come castello di Depressa, appartiene ancora oggi al barone Winspeare di origini britanniche e richiama antiche glorie del passato dato che il suo nucleo centrale è una costruzione trecentesca ancora ben tenuta. Piccolo e robusto, questo castello dalle mura merlate fu usato per anni come masseria e poi nel novecento riconvertito in museo, ancora oggi visitabile.
Il museo raccoglie i cimeli storici dei baroni, mentre la parte adibita a residenza viene ancora oggi affittata a nobili e reali di tutta Europa per trascorrervi le vacanze in incognito. Il castello conserva in parte la forma originaria, con le torri (XVI secolo) e il loggiato (XIX secolo) che abbelliscono il cortile centrale.
Castello di Caprarica
Il castello di Caprarica fu edificato con massi di carparo agli inizi del XVI secolo. La sua edificazione segue i tanti drammatici attacchi alle coste pugliesi da parte dei saraceni turchi, in particolare il sanguinoso Sacco di Otranto (1480). Da quel momento tutte le città che potevano farlo ricorsero alla massima difesa militare con delle fortificazioni costruite ad arte; il castello di Caprarica fu una di queste, con mura massicce (alte 7 metri e spesse quasi 2) e un fossato intorno, oggi scomparso.
Adibito a masseria agli inizi del XX secolo, oggi è un monumento visitabile e conserva ancora la forma originaria con i torrioni angolari ben in evidenza; sono invece spariti gli affreschi interni che, in particolare nella cappella, erano di notevole bellezza.
Chiesa della Madonna di Costantinopoli
Nota anche come la Chiesa dei Diavoli a causa delle numerose leggende che la vedono protagonista, la più famosa dice che la chiesa fu edificata dal diavolo in persona a causa di una scommessa.
Chiesa della Natività della Beata Vergine Maria
Questa piccola chiesa, che sfoggia una facciata concava tardo barocca, racconta una lunga storia tormentata a chiunque visiti Tricase.
Il primo edificio risaliva al XIV secolo e fu distrutto dai Turchi nel 1480; recuperato, fu distrutto altre due volte nel 1495 e nel 1528; fu quindi riedificato ancora nel 1736 ma i lavori si fermarono per oltre trent’anni a causa di problemi strutturali del terreno. Il completamento della chiesa si avrà soltanto nel 1785, mentre gli interni saranno ultimati nel XIX secolo grazie all’aggiunta di dodici altari in stile neoclassico. Internamente la struttura a croce latina è abbastanza sobria, ma abbellita da stucchi e dipinti di epoca settecentesca, ottocentesca e del primo novecento opera di Jacopo Palma il Giovane, Paolo Finoglio e Paolo Caliari.
Chiesa di San Domenico
Edificata tra il 1679 e il 1704 questa chiesa in stile barocco leccese appare semplice soltanto all’esterno. Dentro, la bellezza del soffitto di legno decorato compete con gli intagli barocchi degli altari, il tutto a testimoniare, insieme ai quadri di raffinata qualità, la ricchezza dei monaci che per anni la gestirono: i domenicani. Le proprietà della chiesa si estendevano, infatti, per tutta Tricase.
Il prestigio dell’edificio è dato anche dalle fondamenta, realizzate sui resti di una chiesa molto più antica e distrutta dagli assalti dei Turchi nel XIV secolo.
Chiesa di San Michele Arcangelo
Costruita nel 1624 con uno stile in apparenza semplice e tradizionale, la chiesa che per i locali è nota come “Sant’Angelo”, è invece una delle “perle” del barocco salentino, per i decori presenti all’interno. Nasce come “chiesa dei cadetti”, perché dedicata ai secondogeniti nobili che qui avevano anche la sepoltura e infatti fu uno dei nobili signori di Tricase a volerla, il barone Cesare Gallo, non a caso figlio cadetto di Alessandro.
L’altare maggiore è scolpito e decorato da stucchi barocchi e dipinti. Di fronte alla grande tela della Vergine Maria Bambina, disposta sulla destra della navata, fa sfoggio un bellissimo organo seicentesco in legno abbellito da formelle dipinte.
Chiesa di Santa Lucia
Una chiesina a forma di cubo, semplicissima e restaurata nel XX secolo, richiama con pochi dettagli le proprie origini seicentesche e, forse, nobiliari. Sono poche le notizie che la riguardano, e alcune si ricavano solo dai dettagli dell’interno, come ad esempio il crocifisso ligneo, l’altare marmoreo, una statua di Santa Lucia.
Qui è custodita la statua di Cristo Flagellato che viene portata in processione durante le feste pasquali. La piccola nicchia campanaria fu aggiunta nel XX secolo per completare l’abbellimento esterno.
Marina Serra
La bellezza del litorale di Tricase si riassume nel tratto di costa chiamato Marina Serra, appena dopo il promontorio del Calino. Qui, dove il mare crea un’altra insenatura simile a quella del porto ma abbellita da splendida vegetazione, sulle rive rocciose si aprono alcune grotte tra cui la più grande e bella fra tutte è Grotta Matrona.
In Grotta Matrona si entra solo via mare, per ammirare gli incredibili riflessi azzurri che l’acqua proietta sulle pareti; altrettanto affascinante è grotta Acquaviva, dentro la quale sgorgano sorgenti di acqua dolce. Nella zona di Marina Serra si possono ammirare anche l’antica Torre Palane, la cinquecentesca chiesetta Santa Maria della Serra e il suggestivo Canale del Rio, che secondo una leggenda locale fu aperto in una sola notte dal demonio in persona!
Palazzo Principesco dei Gallone
Antico castello, situato nel centro storico della cittadina, che fu in parte distrutto dall’invasione dei Turchi.
Anticamente era circondato da un fossato, ma due delle tre parti che lo compongono, la Torre e il Torrione sono rimaste quasi immutate nel tempo, mentre il corpo centrale fu ricostruito nel XVII secolo.
Porto
Il porto di Tricase è un’insenatura naturale a forma di semicerchio che si estende per ben otto chilometri dalla torre difensiva Del Sasso fino al promontorio del Calino. Da poco è stato aggiunto un secondo molo, più piccolo, per le barche da turismo. In molti scelgono questa località per trascorrere giornate di relax in una delle zone più belle e tranquille di Tricase, visitando anche l’unico monumento del posto, la piccola chiesa di San Nicola.
Attivo dal 1400, fu utilizzato come mezzo di difesa contro gli attacchi dal mare per secoli, quindi per la pesca e oggi per il turismo.
Storia di Tricase
Sicuramente abitato in tempi preistorici, Tricase come centro urbano nasce però soltanto nel X secolo e non in forma di villaggio ma come proprietà terriera divisa fra tre casali, da cui il nome.
I tre casali, con altrettanti castelli, si unificarono nel secolo XI e da allora divennero un punto strategico per il Salento tanto da attirare popolazione e anche le mire dei potenti. Si sa che i primi feudatari furono implicati in battaglie politiche pro e contro gli Svevi e gli Angioini, che dal 1270 fino ai primi anni del secolo XV si successero alla guida del paese diversi nobili signori.
Nel 1480, dopo numerosi saccheggi turchi e la devastazione subita, gli abitanti lasciarono il paese che cadde in abbandono per molti anni, finché nel 1524 re Ferdinando II di Napoli non recuperò il feudo concedendolo alla famiglia Abenavoli.
Nel corso del XVI secolo Tricase fu proprietà degli albanesi Scanderbeg, dei Pappacoda e infine dei baroni Gallone. I Gallone furono signori di Tricase fino al XIX secolo, ma vi rimasero residenti anche dopo; l’ultima discendente è deceduta nel 1982 con il titolo di “principessa” che si tramandava dal 1600.
Dopo la seconda guerra mondiale, la cittadina ha vissuto di pesca e commercio finché lo sviluppo del turismo non l’ha portata a cimentarsi in queste nuove attività economiche sempre legate al mare, ma anche al recupero e all’uso dei bellissimi monumenti storici.