Bari

Con poco più di 320.000 abitanti il capoluogo della regione Puglia si rivela una perla bianca che spicca verso oriente e dall’oriente prende buona parte delle proprie radici antichissime.

Messapi, Illiri, Greci e Romani hanno costruito una rete di culture che si è intrecciata nei secoli con quelle di Turchi e Albanesi; il tutto all’ombra di chiese maestose e davanti a uno dei porti più belli ed efficienti dell’Adriatico.

Bari è una delle più importanti città del sud Italia, si divide in città nuova e città vecchia: in quella che viene chiamata Bari Vecchia si trovano i monumenti storici, come la famosa Basilica di San Nicola, cattedrali e antiche chiese, Bari Nuova, invece, è meno storica, anche se non mancano musei e interessanti luoghi di cultura.

Il territorio di Bari occupa una grande conca pianeggiante e si estende dal mare fino ai primi pendii delle Murge, offrendo paesaggi interessanti che però non battono in fascino il centro storico, vero e proprio gioiello della città: Bari Vecchia. Questo è il quartiere che delimita il nucleo più antico del capoluogo e ha conservato nei secoli l’impronta bizantina fatta di vicoli, cortili, strade lunghe, tortuose e strette. I cambiamenti aggiunti tra il secolo XI e il XIX sono ancora evidenti nei resti delle fortificazioni, nel castello, nelle chiese e palazzi che lo abbelliscono.

Una visita a questa città deve assolutamente iniziare da qua, sebbene anche la cosiddetta Bari Nuova (situata appena al di fuori dalla cinta muraria della città antica) non manchi di bellezze, di musei e di interessanti luoghi di cultura.

Cosa vedere a Bari

Bari Vecchia prima di tutto! Questa parte della città è un po’ tutta da ammirare, perché ogni angolo nasconde scene e dettagli di grande fascino. Ma chi viene qui si aspetta per lo più bellissime chiese e dunque il consiglio è di puntare subito sui due simboli cittadini: la Basilica di San Nicola e la cattedrale di San Sabino. Certamente merita anche, poco lontano, il castello Normanno Svevo.

Lo splendido lungomare è invece il luogo più mondano e turistico della città. Bari offre comunque anche ampi spazi verdi e luoghi di cultura, come i suoi teatri.

Bari Vecchia

“Vecchi cortili sono stanze, vecchie cappelle sono magazzini, una scala sfonda un muro, un muro alza la testa oltre il soffitto.”

Italo Calvino

Così lo scrittore Italo Calvino descrive la sua visione di Bari Vecchia e rende perfettamente l’idea della confusione vivace di questo antico quartiere, cuore storico di Bari.

La sua struttura bizantina non fa dimenticare che questo vasto cumulo di edifici bianchi (stretto tra i due porti) sia in realtà molto più antico e molto prezioso, tanto è vero che venne fornito di fortificazioni in epoca medievale. Per la gente del posto Bari Vecchia è “San Nicola” perché il quartiere ruota tutto intorno alla spettacolare chiesa dedicata al santo patrono.

E nonostante ormai i confini urbani siano decaduti, la ferrovia è per molti il limite che segna ancora oggi (ad ovest) il passaggio dalla vecchia alla nuova Bari, dal passato al futuro. Ricchissima di chiese di ogni epoca, la zona vecchia ospita anche la cattedrale dedicata a San Sabino, il castello voluto da Federico II di Svevia, il Fortino di Sant’Antonio Abate, la Piazza Mercantile e i percorsi pedonali che si snodano nei pressi dell’antica Muraglia Difensiva. Ovviamente i magnifici palazzi e i due porti completano l’escursione nel cuore misterioso di Bari.

Basilica di San Nicola

La facciata bianchissima, slanciata verso il cielo, appena punteggiata dalle bifore scure, la basilica pontificia di San Nicola esprime fiera l’antico stile romanico, praticamente intatto da quel XII secolo in cui fu completata. In realtà qualche cambiamento nel corso dei secoli è stato apportato e soprattutto all’interno è il barocco che abbellisce navate e cappelle.

Le reliquie del patrono San Nicola di Myra (rubate proprio dalla città natale del santo vescovo nel 1087) furono murate nella struttura della chiesa quando i lavori di costruzione erano ancora in corso (si sarebbero conclusi solo nel 1197) e oggi sono venerate sotto l’altare maggiore della cripta. Se la semplicità regna sovrana nell’aspetto esterno della basilica, gli interni esplodono in bellezza con un soffitto barocco del XVII secolo interamente intagliato in legno dorato e abbellito da stucchi e dipinti.

Oltre al soffitto, sono da ammirare nella chiesa: il ciborio in marmo bianco del secolo XII che adorna l’altare maggiore, la Cattedra Vescovile, scolpita in un unico blocco di marmo nel secolo XI, la maestosa cripta sotterranea con l’altare di San Nicola che si apre tra absidi (tre) e trentasei campate!

Una curiosità: la basilica di San Nicola è una delle poche chiese al mondo che accoglie, allo stesso modo, il culto cristiano cattolico e quello ortodosso; quest’ultimo si celebra intorno all’altare del terzo abside della cripta, interamente dedicato a questa fede.

Castello Normanno Svevo

Oggi sede del Polo Museale della Puglia, il Castello Normanno Svevo come dice il suo stesso nome nacque in epoca di riconquista cristiana della città di Bari. Fu edificato nel 1132 dal Conte Ruggero sulle fondamenta di un kastròn bizantino, il quale a sua volta derivava da una vecchia fortificazione greco romana decaduta da secoli.

Per una strana sorte, il castello fu attaccato e distrutto dagli stessi abitanti di Bari, insorti contro il potere del tempo, appena vent’anni dopo. Rimasto in abbandono per un secolo, fu recuperato e ricostruito da Federico II nel 1233.

Rimase residenza reale per tutta l’epoca Sveva e anche durante le successive epoche Angioina, Aragonese e Sforza, mentre durante il periodo del Regno di Napoli il castello divenne caserma e prigione e tale rimase fino al XX secolo.

Il castello domina ancora oggi il centro cittadino con le sue due torri quadrate, al di là dell’antico fossato, mentre gli interni (semplici, in pietra e in perfetto stile svevo) ospitano collezioni museali permanenti e temporanee ed eventi culturali.

Cattedrale di San Sabino

La chiesa attuale nacque sulle rovine di un antico duomo bizantino distrutto da Guglielmo Il Malo, del quale rimane oggi solo il pavimento situato sulla destra del transetto. Fu il vescovo Rainaldo a volere l’elevazione di un nuovo tempio che si protrasse a cavallo dei secoli XII e XIII e fu consacrato nel 1292. Ciò che colpisce della cattedrale di San Sabino è la forte somiglianza con la basilica di San Nicola: stessa facciata bianca, stessa forma a capanna slanciata, stesso utilizzo delle bifore in perfetto stile Romanico.

La differenza però si nota nella presenza di un enorme rosone centrale, assente in San Nicola, e nei portali barocchi che qui prendono il posto delle arcate cieche dell’altra chiesa; infine, il campanile alto e lungo di San Sabino si differenzia dalla torre squadrata e tozza di San Nicola.

Gli interni, un tempo ricchi di dettagli barocchi, sono stati riportati al loro stile originario durante recenti restauri e oggi le tre navate si presentano semplicissime e bianche, con le uniche decorazioni presenti nelle sculture delle colonne bizantine; i matronei ciechi, sopra le arcate, fanno anche essi da decorazione architettonica; le tre absidi sono decorate con dipinti del XIII e XIV secolo, con il ciborio in marmo sopra l’altare maggiore e con il sarcofgo trecentesco del vescovo Romualdo Arsione e con quello di Santa Colomba.

Le reliquie di San Sabino sono custodite invece nella cripta della chiesa. Una curiosità: sul pavimento del transetto di San Sabino è riprodotto un gigantesco mosaico che rispecchia la forma e la dimensione del rosone della facciata; una volta l’anno, nel giorno del solstizio d’estate, il sole che filtra dal rosone illumina questo mosaico con il riflesso perfetto della vetrata che combacia punto per punto con i tasselli sul pavimento.

Lungomare

Il lungomare di Bari è un’opera nata interamente in epoca fascista, progettata nel 1927 e costruita nei primi anni trenta in modo da coniugare l’antico (il quartiere di Bari Vecchia) con il nuovo, ovvero gli edifici che vennero realizzati lungo il viale e proiettare la città nel futuro, verso oriente.

Mentre si passeggia accanto al mare, lungo il cammino si ammirano edifici dall’architettura particolare, tipica del periodo, che spazia dal militarismo severo al vivace liberty: il Circolo Canottieri Barion, il cineteatro Kursaal Santa Lucia, l’Albergo delle Nazioni e il palazzo dell’INAIL.

Poco oltre si incontra il Palazzo della Provincia, dalle forme austere e dal grande torrione dell’orologio centrale. Sono sempre del periodo le caserme del Comando Quarta Zona Area Territoriale e la Caserma Bergia.

Museo Archeologico

Il Museo Archeologico di Bari ebbe inizio dal saggio “capriccio” di un professore, Nitto De Rossi, che dal 1875 al 1890 (anno dell’inaugurazione) raccolse tutte le collezioni, personali e altrui, relative a ritrovamenti antichi della zona del barese.

Il museo venne ospitato fino al 2000 nel Palazzo dell’Ateneo, quindi trasferito al Monastero di Santa Scolastica che gli dà il nome tutt’oggi e che fu restaurato all’occorrenza con un lavoro durato otto anni.

Il museo si suddivide in sei percorsi. Il primo riguarda Bari Bizantina, il secondo Archeologia nella Zona di Bari, il terzo percorso si svolge dentro una sala e narra dell’Archeologia in Puglia; un’altra sala apposita racconta invece la storia del monastero di Santa Scolastica; nella Sala della Città Vecchia si possono studiare o creare itinerari personalizzati per visitare, fuori, il quartiere di Bari Vecchia. Infine, una sezione intera è dedicata ai monumenti e agli elementi più importanti di ogni collezione, ad esempio: il Dolmen della Chianca di Bisceglie, le antiche monete di Bari, il corredo funerario del VI secolo avanti Cristo e altri.

Palazzo Mincuzzi

Il Palazzo Mincuzzi viene definito un “tipico palazzo di architettura commerciale di inizio secolo ventesimo”, ma per essere un edificio commerciale stupisce la sua straordinaria bellezza. Gli architetti che lo realizzarono tra il 1926 e il 1928, Forcignanò e Palmiotto, lo pensarono funzionale, possente ma anche legato a quello stile antico che non poteva mancare nel centro di una città storica come Bari.

Si presenta ricco di colonne, lesene, archi, stucchi e diverse decorazioni liberty che culminano nel timpano d’angolo, sormontato da una finestra ovale e da una piccola cupola con l’iscrizione della ditta.

Pinacoteca metropolitana di Bari

Istituita nel 1928, la pinacoteca metropolitana fu incorporata dieci anni dopo nell’allora nuovissimo palazzo della Provincia, dove si trova ancora oggi. Nella cornice elegante di questo edificio sormontato dalla torre dell’orologio, la pinacoteca intitolata al pittore Giaquinto, si divide in sezioni a tema: Pittura Medievale, Pittura Tardo Medievale Pugliese, Pittura Meridionale, Pitture di Corrado Giaquinto, Maioliche, Presepi Napoletani, Arte del XX e XXI secolo.

Tra gli artisti, non si trovano soltanto pittori locali o pugliesi ma anche molti toscani, veneti e napoletani. I nomi da ricordare, oltre al Giaquinta, sono: Giovanni Bellini, Tintoretto, Palma Il Giovane, De Chirico, Morandi, solo per citarne alcuni.

Porto vecchio

Il primo e più antico porto barese sorge tra Molo San Nicola e Molo Sant’Antonio, protetto da frangiflutti che ormai sono anche essi parte del panorama turistico.

È una delle passeggiate più di moda, non solo per i visitatori ma anche per la gente del posto, perché lungo il percorso si trova anche il mercato del pesce, ed è su questo lato del porto che sorgono i pub e i ritrovi per i più giovani che la sera affollano i moli. Davanti al porto vecchio sorge anche il Teatro Margherita.

La gente ama questo porto, che in barese viene denominato “n’derre la lanze” (dietro i gozzi), perchè consente di divertirsi ammirando ancora vecchie imbarcazioni, pescatori all’opera, panorami di mare d’altri tempi nel centro della città moderna.

Teatro Margherita

Sorto nel 1914 in sostituzione di un antico teatro di varietà in legno, il Margherita si poggia su pilastri affondati direttamente in mare per una astuzia del Comune di Bari. L’amministrazione aveva promesso alla famiglia Petruzzelli di non realizzare più altri teatri nel territorio cittadino, ma edificando questo palazzo con le fondamenta in mare di fatto si trovava fuori dalla “terraferma” e dunque non violava il patto!

Il Teatro Margherita, con il suo elegante stile liberty, fu anche il primo edificio in cemento armato realizzato a Bari. Nel 1944, dopo la liberazione, il teatro venne requisito dagli americani che lo usarono per i propri spettacoli e per il divertimento delle truppe, dando comunque spazio anche a molti artisti italiani che proprio da qui iniziarono la carriera.

Dopo l’ultimo restauro, a inizio anni duemila, che ha consolidato le fondamenta, rinforzato il pontile che lo connette alla riva e rinnovato la facciata, il vecchio e glorioso teatro è stato trasformato in Museo d’Arte Contemporanea, gestito dal Comune insieme ad alcuni enti privati.

Teatro Petruzzelli

Il più grande teatro di Bari (il quarto per dimensioni, in Italia) venne costruito grazie ai finanziamenti dei fratelli Petruzzelli, armatori locali, per promuovere il lavoro del cognato ingegnere.

Era il 1896 e i lavori si protrassero fino al 1903, anno in cui il grandioso politeama venne inaugurato in grande stile; elegante e immenso nelle dimensioni, ricco di affreschi e stucchi opera di Raffaele Armeniese ma soprattutto fu il primo luogo pubblico con riscaldamenti e luce elettrica della storia della Puglia.

La prima opera che vi fu rappresentata fu Gli Ugonotti di Meyerbeer. Hanno lavorato al Petruzzelli nomi importanti come Beniamino Gigli, Renata Tebaldi, Nureyev, De Filippo, Pavarotti e ha ospitato Frank Sinatra, Battisti, Liza Minnelli, Von Karajan; hanno usato il Petruzzelli come set per i loro film Franco Zeffirelli e Alberto Sordi.

Nel 1991 un incendio devastante distrusse quasi tutta la struttura, causando anche il collasso della cupola; il teatro è stato recuperato con lavori che si sono protratti dal 1993 al 2008. La riapertura avvenne nel 2009 con la Turandot di Puccini. Ancora oggi, sebbene restaurato, è da ammirare l’insieme di questo edificio: la grande sala a ferro di cavallo ha una galleria centrale, due ordini di palchi, un loggione a galleria e due file di palchi laterali.

Teatro Piccinni

Non tutti lo ricordano, ma il Teatro Niccolò Piccinni è il più antico di Bari, essendo stato edificato su una struttura teatrale ancora più vecchia tra il 1836 e il 1854.

Per quasi un secolo fu il teatro mondano di Bari, mentre il Petruzzelli sorgeva per diventare il più elegante negli stessi anni; il Piccinni però – pur avendo perso il primato come teatro più importante di Bari – tornò utile quando il Petruzzelli fu danneggiato dall’incendio.

Per vent’anni, durante i restauri, gli spettacoli tornarono al Piccinni che venne così riscoperto e rivalutato, anche grazie a un lungo lavoro di recupero durato nove anni, dal 2010 al 2019.

Attività da fare a Bari

Prenotazione sicura, facile e rapida, prezzi vantaggiosi e assistenza clienti in italiano.

Storia di Bari

Una città nata da un “prato”, Bari, perché questo significa il suo nome (Baree) ritrovato nelle antiche iscrizioni messapiche della tribù degli Illiri.

Era certamente abitata nell’Era del Bronzo ma fu soltanto con la colonizzazione greca che la zona assunse una forma di centro abitato vero e proprio e, con il successivo intervento dei Romani, divenne una città; nel III secolo avanti Cristo aveva torrioni difensivi, una zecca, un teatro ed era uno dei più importanti riferimenti sulla Via Traiana.

Subito dopo la caduta dell’Impero Romano, nel IV secolo dopo Cristo, divenne possedimento longobardo per poi passare ai Bizantini che lasciarono una forte impronta nella rete stradale e nella struttura del nucleo di Bari Vecchia praticamente invariato da allora.

A lungo contesa tra i Bizantini e i Longobardi, Bari cadde infine nelle mani degli Arabi nel IX secolo e da allora fu terra di conquista continua tornando ai Bizantini prima, ai Saraceni poi, infine a Veneziani e Normanni (XI secolo).

Fu proprio in quel periodo che nella chiesa di San Nicola il Papa Urbano II volle incontrare i vescovi ortodossi che avevano appena causato lo scisma, per tentare una riconciliazione che non avvenne.

Il tempo glorioso di Bari fu quello Svevo, sotto la mano sapiente dell’imperatore Federico II e si protrasse, salvo un breve periodo decadente sotto gli Angioini, fino alla dominazione degli Sforza.

Grazie agli Sforza e al ritorno dei Veneziani, tra i secoli XVI e XVII, Bari poté godere di miglioramenti nelle infrastrutture, nelle comunicazioni e soprattutto dello sviluppo del porto.

Nel 1813 la città si estese oltre le mura di Bari Vecchia, grazie all’intuizione di Gioacchino Murat (ancora oggi la zona “nuova” si chiama Borgo Murattiano) e al momento dell’adesione al Regno d’Italia nel 1860 contava quasi 100.000 abitanti e un’economia florida.

In qualità di porto funzionale e moderno, Bari ebbe un ruolo strategico nelle due guerre mondiali, specie nella seconda quando fu violentemente bombardata; fu tra le prime città italiane a organizzare la resistenza antifascista e ad accogliere gli Alleati che ne fecero un quartier generale importante.

Nel XX e XXI secolo Bari ha subito prima la crisi della emigrazione, poi la nuova rinascita con una nuova vocazione culturale e turistica che ha portato, ad esempio, al recupero totale del centro storico e alla riorganizzazione di molte località come luoghi museali o di cultura.


Altre guide di viaggio

Dai uno sguardo a queste ulteriori guide di viaggio che potrebbero interessarti.